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Contromano

Regia di Antonio Albanese vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Contromano

di axe
4 stelle

Il signor Mario è un uomo di mezza età assai abitudinario. Single, gestisce da anni un piccolo negozio di calze e calzini; prende quotidianamente il caffè in un bar che frequenta da decenni, e rimane sconvolto nel momento in cui apprende che sarà ceduto ad uno straniero. Egli vuole che nulla cambi, e le cose e le persone rimangano per sempre nel posto ove sono nate. Pertanto, è comprensibile che le ondate di immigrazione degli ultimi anni, da lui percepite tramite frequenti inconti con insistenti venditori ambulanti e questuanti vari, lo sconvolgano. La goccia che fa traboccare il vaso è la presenza di un venditore di calzini proprio davanti al suo negozio; costui ha prodotti migliori che vende a prezzi più bassi. Pertanto, Mario decide di rimettere "le cose a posto" stordendo Oba, il venditore, con lo scopo di riportarlo in Senegal, sua terra di origine. Oba, pur recuperando la facoltà di scelta, accetta, a patto che Mario conduca in patria anche la compagna del venditore - presentatagli però quale sorella - e della quale egli si innamora al primo sguardo. Dopo un viaggio con alcune peripezie, i tre raggiungono il villaggio di origine della coppia di colore, ove il signor Mario avrà modo di iniziare una seconda vita. Sono rimasto deluso dalla visione del film; esso, dopo un inizio promettente ed una buona caratterizzazione del personaggio interpretato da Antonio Albanese, uomo onesto, ma terrorizzato dai cambiamenti, prende una piega assolutamente irreale, riducendosi ad una favoletta intrisa di sentimenti tanto buoni quanto irreali, che tocca l'apice "zuccheroso" nell'ultima parte del film, che mostra la vita in un villaggio africano nel quale regnano amicizia ed armonia. Qui è il Mario, che ha un orto certamente per diletto a dover insegnare a chi da sempre lavora la terra per sopravvivere a piantare un seme. Assurdo. Il problema dell'immigrazione è tanto attuale quanto drammatico; pur non aspettandomi una presa di posizione netta, avrei desiderato un'analisi sociale più profonda; personaggi più realistici, contrastati e sofferenti; una trama più solida e verosimile. Le premesse c'erano, il Mario rappresenta quei molti che avversano l'immigrazione non perchè porti a loro un danno diretto, bensì per una irragionevole paura di ciò che è diverso, nuovo; del semplice evolversi dei costumi. Allo stesso modo, Oba non ha un atteggiamento passivo di fronte al mondo nel quale, controvoglia, si trova. A più riprese se ne lamenta, dandoci conto del un disagio che c'è anche dall'"altro lato". Questi spunti però sono "annacquati" da una trama che punta altrove. La conclusione è quanto di più falso e stucchevole possa esserci. Tutti felici, l'uno al posto dell'altro, oltre le proprie radici, compentenze, barriere linguistiche e vincoli normativi. Alcune sequenze fanno sorridere - posto che piaccia la comicità di Antonio Albanese - ma ciò non basta a creare un film che dovrebbe divertire e contemporaneamente far riflettere, come mi aspettavo prima di iniziare la visione.

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