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Una nuvola di polvere... un grido di morte... arriva Sartana

Regia di Anthony Ascott (Giuliano Carnimeo) vedi scheda film

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La recensione su Una nuvola di polvere... un grido di morte... arriva Sartana

di scapigliato
8 stelle

Arriva come se fosse un prete e secca un Luis Induni sempre nei panni dello sceriffo, solo che stavolta è un marshall cattivo. Poi lo vediamo sfoggiare gadgets di tutti i tipi, liberare l’uomo che poi dovrà uccidere in duello, passare di socio in socio nella ricerca di un carico d’oro, per poi vederlo andarsene via ironicamente smitizzando la classicità del genere americano. Questo è Sartana, l’originale. E non solo perchè a dargli volto è Gianni Garko, il primo ed inimitabile Sartana, ma anche perchè la regia è di quel Giuliano Carnimeo che nel 1969, raccolta l’eredità di Parolini creatore del primo Sartana nell’anno precedente, ne è stato poi regista per tutta quella che potremmo chiamare la serie ufficiale. Ufficiale perchè oltre allo stesso regista, ritorna nei panni di Sartana lo stesso attore, ovvero Gianni Garko. Caso a parte per il 1970 di “Arriva Sartana... Vendi la Pistola e Preparati la Bara” dove Carnimeo dirige George Hilton al posto di Garko. Va anche detto che il primissimo Sartana, interpretato sempre da Gianni Garko nel 1966 in “Mille Dollari sul Nero” della coppia Cardone-Sicialo era un personaggio cattivo, lontano dal Sartana che sempre Garko creerà con la complicità del rivoluzionario Parolini.
“Una Nuvola di Polvere...” del 1971 chiude la serie ufficiale simboleggiata dal sodalizio Garko-Carnimeo, ma che proseguirà apocrifa fino al 1972 con un film diretto da Demofilo Fidani e due da Mario Siciliano, proprio quello del primissimo episodio. Il film sente il peso degli anni, tutto si fa lento e quasi scontato. C’è di affascinante il personaggio di Sartana che aiutato da un’intelligente montaggio a volte ellittico rende bene l’imbattibilità del nostro pistolero durante le sparatorie. É un film, questo, che ricalca i vari episodi precedenti tipici del western ad enigma. Veri e propri gialli con cadaveri senza responsabile, un assassino da smascherare, della refurtiva da trovare, piste false, indizi e indagini. Il tutto condito con l’anima canagliesca di Sartana e di tutto il suo mondo: dalle carte ai trucchi illusionisti del trompe l’oeil, dall’iconografia funeraria alle bizzarrie jamesbondiane. In più viene utilizzato quel motivo trasversale a molti Spaghetti-Western in cui l’eroe deve incontrarsi e scontrarsi con diversi brutti ceffi. Qui succede che indagando Sartana si incontri con vari personaggi, con i quali immancabilmente si scontrerà, come lo sceriffo Manassas (Massimo Serato), il Generale dismesso Monk (José Jaspé) e il finto agente governativo Puttman (Bruno Corazzari, quello vero è interpretato da Frank Brana). Ma chi raccoglie più consensi è il Piero Lulli anche stavolta cattivo e viscido con cui Sartana duellerà nella sala da poker rimandando ad altri film come “Buon Funerale, Amigos...Paga Sartana”.

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