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Shark - Il primo squalo

Regia di Jon Turteltaub vedi scheda film

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La recensione su Shark - Il primo squalo

di emil
5 stelle

Uno squalo di preistorica memoria creduto oramai estinto, il megalodonte, riciccia fuori all’improvviso da una breccia apertasi nella fossa delle Marianne. Contro di lui, l’esperto subacqueo Jonas Taylor (Jason Statham). Indovinate chi vince?

 

Accompagnato al momento dell’uscita in sala da una massiccia campagna promozionale ad hoc , “The Meg”, cosi cita il titolo originale, vorrebbe mettere la parola fine su quale squalo sia il più grande e cattivo mai rappresentato su schermo. E per quanto riguarda le dimensioni, con buona pace di Spielberg (ahìnoi), direi che ci siamo.

La parte più riuscita del film è senz’altro la prima, dove si percepisce il pericolo ma non si vede. D’effetto e molto curate le ricostruzioni delle profondità dell’oceano e delle visuali all’interno delle navicelle che solcano le profondità marine, così come è ben realizzata anche la base marina con “acquario” a mare aperto annesso. Ci sono fra l’altro due scene magnifiche, una delle quali spoilerata selvaggiamente dal trailer (quanto li odio i trailer).

Certo, i dialoghi sono imbarazzanti e Statham proprio non ci riesce a recitare senza grugno, ma credo che sia stato diretto sopra le righe volutamente dal regista Turteltaub, in cerca di un eroe nudo e crudo per il suo primo vero blockbuster (Il mistero dei templari era quasi un film vero); forse questo eroe senza paura è più improbabile del mastodontico Meg. La logica va spesso a farsi benedire, anche se negli scontri acquatici si è visto di molto peggio (Blu profondo ad esempio), tutto sommato rientriamo nei limiti dell’accettabile.

In questa girandola di effetti in digitale e personaggi macchiette è l’ironia a salvare il film, facendone un simpatico paradosso. Del resto non pervengono morti violente e/o splatter, non sgorga un filo di sangue, è tutto rigorosamente fuori campo, nel pieno rispetto del “family appeal”.

“The Jaw” viene citato qua e là ma con rispetto, la produzione ne prende furbescamente le distanze dichiarando da subito la natura “fantastica” e burlona del film, che fra l’altro è tratto dal romanzo omonimo, che invece mischia fantascienza ed horror. Qui c’è molto della prima, nulla del secondo.

Comunque divertente per una serata di svago senza pretese.

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