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Un borghese piccolo piccolo

Regia di Mario Monicelli vedi scheda film

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La recensione su Un borghese piccolo piccolo

di steno79
8 stelle

Omaggio a Vincenzo Cerami. Tratto dal primo romanzo dello scrittore romano, è un apologo inquietante sui pericoli del conformismo sociale e sulla degenerazione di un concetto di "giustizia privata", derivante da una mentalità sostanzialmente fascista, mascherata sotto le apparenze e i rituali rassicuranti della piccola borghesia. Il film parte come una commedia di costume con notazioni satiriche e grottesche sulla corruzione di un certo ceto burocratico che sente il bisogno di rivolgersi alla Massoneria per sistemare i propri affari, poi si trasforma improvvisamente in un dramma che, nella parte finale, vira sempre più verso la tragedia e perfino verso l'horror insolitamente cruento. La regia di Monicelli è molto competente e riesce ad assicurare al film una buona omogeneità di stile nonostante il brusco cambio di registro narrativo a cui si è accennato poc'anzi; trasuda un certo pessimismo di matrice "pasoliniana", evidente nel discorso sul Diluvio universale del prete interpretato da Renato Scarpa (Cerami si inseriva volutamente su quella linea, essendo stato allievo di Pasolini a scuola, nonchè marito di Graziella Chiarcossi, cugina del poeta; e nel finale c'è perfino un breve cameo di Ettore Garofalo, che era stato il protagonista di "Mamma Roma"). Le scene in cui Sordi sequestra e poi tortura il giovane assassino sono assai crude e disturbanti, ma a mio parere Monicelli ha fatto bene a non arretrare di fronte a questa sgradevolezza per restare fedele al nucleo tematico del romanzo, a costo di alienarsi le simpatie del pubblico che vedeva nell'Albertone nazionale esclusivamente un attore di commedia. Sordi merita davvero il più caldo elogio per la ricchezza di sfumature che ha saputo conferire al personaggio, nei toni più ilari e poi in quelli inquietanti e perfino odiosi: questa è senz'altro una delle sue interpretazioni più mature. Al suo fianco, ottima anche Shelley Winters come madre premurosa e sollecita, distrutta dalla tragedia, e Romolo Valli come capoufficio intrigante e un pò perfido; nel ruolo del figlio imbranato, recita con buona disinvoltura anche Vincenzo Crocitti, visto per anni nel serial televisivo Un medico in famiglia, e recentemente scomparso. Un film importante per capire molte contraddizioni che affliggono anche la società odierna, analizzate con occhio lucido e partecipe, nonostante una crudezza che terrà probabilmente lontani gli animi più sensibili (ad esempio mia madre,  che ama soprattutto film con un messaggio più positivo ed umanistico e che, in questo caso, è rimasta decisamente infastidita dalla piega "nera" che ha preso la storia).
voto 8/10

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