Regia di Carlo Vanzina vedi scheda film
L'immaginaria cloaca del cinema italiano deve riservare per forza un grosso spazio per immagazzinare la copiosa produzione - perennemente ad infimo livello qualitativo - dei Vanzina brothers. Gente che ha cosparso di letame il nome paterno e con quel letame ci ha pure banchettato voluttuosamente. Ricordiamoli così, come ammonimento per il futuro del nostro cinema (casomai dovesse essercene uno, visto l'andazzo): un film in cui i 'giovani' del titolo hanno quasi quarant'anni, il 'successo' che millantano è fasullo, i valori cui aspirano sono quanto di più meschino, becero, orripilante, berlusconiano si possa immaginare. Il tracollo di ogni morale, la morte suicida del Sogno (e come tale del cinema): la realtà umilia qualsiasi fantasia, seppellendosi sotto una sfilza di luoghi comuni, volgarità, tormentoni infantili ('lo so, lo so, non lo sapessi... ma lo so!!'), scenette disgustose, personaggetti minuscoli che in quegli anni, purtroppo per un'intera nazione, realmente esistevano e che, nel giro di un paio di decadi, hanno finito per conquistarci ed annichilirci. E' ovvio che i Vanzina non avessero alcuna pretesa di indagine critica sociale, ma è altrettanto ovvio che, ahinoi!, avevano indovinato tutto sul futuro dell'Italia: questo pauroso vuoto (esistenziale, morale, di valori) è andato incontro al facile trionfo, l'immagine ha prevalso sui contenuti e l'Italia è arrivata al terzo millennio piegata in ginocchio, pronta per la fellatio al Grande Capo di tutti gli Yuppies.
Un dentista, un pubblicitario, un notaio, un venditore d'auto: ultratrentenni verso i quaranta di slancio negli anni '80 'da bere' italiani: conquiste facili, banconote a fiumi, vestiti alla moda, ma ovviamente è tutta facciata. Ma quella basta e avanza.
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