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Lo spacciatore

Regia di Paul Schrader vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Lo spacciatore

di jonas
8 stelle

Il titolo originale significa “L’uomo dal sonno leggero”, e in effetti i riposi del protagonista sono brevi e casuali: come il De Niro di Taxi driver (sceneggiato da Schrader) è uno che gira di notte, fa lo spacciatore (come dal referenziale titolo italiano), porta sempre con sé una dose non superiore ai 19 grammi (il massimo consentito per uso personale) da consegnare a qualcuno. Ma leggero è anche il sonno della sua coscienza, che si è assopita ma vigila: nonostante sia in contatto con un’umanità profondamente degradata (uno dei suoi clienti vive in una casa vuota: ha venduto tutto per pagarsi la droga ed è in perenne crisi di astinenza), è riuscito a mantenersi in una sorta di limbo morale, si è disintossicato e continua a fare quella vita solo per inerzia. E quando ritrova la sua ex, di cui è ancora innamorato ma che lui stesso aveva introdotto nel tunnel del vizio, qualcosa potrebbe cambiare: forse è la Grazia, che scende dal cielo come pioggia sui giusti e sugli ingiusti; o forse invece è solo una delle apparenze che ci creiamo per credere il mondo migliore di quanto sia (“Tu hai una memoria selettiva,” lo rimprovera lei, “ti ricordi solo le cose belle del passato”). Come di consueto, i personaggi di Schrader si muovono in un intrico di sensi di colpa ma approdano a un finale almeno parzialmente pacificato. Bellissima la scena in cui lui riavvolge e riascolta all’infinito il nastro della segreteria telefonica su cui lei ha inciso il proprio nome, Marianne.

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