Regia di Kenneth Branagh vedi scheda film
La risposta inglese al "grande freddo" anni 80 americano.
La trama è simile, una morte riunisce vecchi amici che si sono persi di vista per un lungo periodo, e che hanno vissuto separati e in maniera diversa lo scorrere inesorabile della storia e dei suoi cambiamenti.
A riunire il sestetto è Peter, che ereditata dal defunto padre un'immensa villa nella campagna inglese decide di riunire il suo gruppo di vecchi amici per il veglione di capodanno, e passare qualche giorno di nuovo tutti insieme.
Come per il grande freddo ciascuno dei partecipanti e oppresso da una sorta di sensazione di fallimento, coppie ormai "scoppiate", alcool, figli, solitudine, malattia nella trama c'è un po' di tutto...almeno quello che sembra aver segnato le generazioni degli anni 80-90.
Tra litigi, depressioni, ricerca di qualcosa nel film aleggia un forte senso di malinconia (fino al colpo di grazia finale), di ricordi dei vecchi tempi, felici quanto lontani. Riguardando una vecchia foto scattata in uno dei momenti di goliardia giovanile risorgono dei sorrisi, di quello che è stato, e che probabilmente mai più sarà con la consapevolezza di avere vissuto dei momenti indimenticabili con persone speciali, che rimarranno sempre impresse nella mente e nel cuore, come in quella vecchia foto, qualunque cosa accada e nonostante il logorio del tempo.
Meno incisivo del "cugino" americano, si contraddistinguono l'ambientazione e la recitazione (quasi teatrale) marchio di fabbrica di Branagh, che insieme a Hugh Laurie (il leggendario Dr House) a Stephen Fry (esperto nella figura Wilde-iana), l'oscar Emma Thompson e gli altri attori esaltano il film, rendendolo più che sufficiente.
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