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Giorno maledetto

Regia di John Sturges vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Giorno maledetto

di rocky85
9 stelle

"Questo è il nostro paese e vorrei che ci lasciassero in pace."

"In pace a fare cosa?"

 

1945. Black Rock è un villaggio sperduto nel deserto: ci sono una decina di case, un emporio, un saloon e una stazione ferroviaria che non vede un treno fermarsi da ben quattro anni. Un bel giorno l'espresso si ferma inaspettatamente. Dal treno scende un uomo anziano, John Macreedy (Spencer Tracy), con una mano monca infilata nella tasca del cappotto. Macreedy comincia a chiedere della "steppaia", una località che dovrebbe trovarsi lì vicino. Nessuno però vuole rispondergli, anzi i pochi cittadini lo guardano con diffidenza. Alcuni cominciano a provocarlo, ma lui non fa una piega.

Giorno maledetto (Bad Day at Black Rock, 1955) è il capolavoro di John Sturges, regista tra i più sottovalutati del cinema americano, pur avendo diretto molti film importanti tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Questo è molto probabilmente il suo risultato migliore, un noir dall'ambientazione western che ha il ritmo e la tensione infallibili da thriller. Ma dietro l'intelaiatura da film di genere, nel quale la narrazione prosegue spedita senza cedere minimamente, Giorno maledetto sviluppa un importante e coraggioso discorso morale. Il tema è quello del razzismo, della diffidenza e dell'odio verso il nuovo ed il diverso, e in tal senso il film è ancora più coraggioso in quanto realizzato in un periodo nel quale il cinema americano si confrontava ancora con la caccia alle streghe voluta dal bieco senatore McCarthy, mentre cominciavano a fiorire i germi della guerra fredda. Sturges si concentra in riprese in interni asfissianti e tesissime, mentre nelle sequenze in esterni dimostra un ottimo talento visivo nell'utilizzo del CinemaScope. La tensione è palpabile e costangte, ed il mistero intorno alla figura di Macreedy svela lentamente un segreto che lascia impietrìti. Spencer Tracy è superlativo nel ruolo del protagonista, un uomo che si controlla sempre, che tiene represse la sua rabbia mentre rifiuta ogni tipo di provocazioni. Anche il resto del cast è ottimo: dal cattivo Robert Ryan ai suoi scagnozzi Lee Marvin ed Ernest Borgnine (agli esordi e destinati ad una grande carriera cinematografica). Il finale forse è l'unica piccola pecca, altrimenti staremo parlando di un capolavoro assoluto. Ma il resto è tutto perfetto, e dico tutto. Assolutamente da vedere.

 

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