Regia di Shinya Tsukamoto vedi scheda film
Se l'ibridazione tra uomo e macchina è una mostruosità, allora lo è anche la moderna società tecnologica, con gli onnipresenti surrogati digitali delle nostre attività manuali, vocali ed intellettuali. La comunicazione telematica travisa il nostro modo di esprimerci e reagire, sovrapponendovi innaturali automatismi ed alterando i nostri normali tempi di risposta. Ciascuno di noi opera nel mondo virtuale con una maschera metallica ed un braccio meccanico; queste protesi non sono, tuttavia, interfacce asettiche ed impersonali, perché vibrano del fremito delle nostre passioni e grondano il sangue dei nostri istinti. La rete globale potenzia e liberalizza le nostre facoltà d'essere, amplificando il nostro grido ed ingigantendo la nostra capacità di penetrare nella mente e nella carne altrui e, in generale, di intervenire a distanza sul mondo. La conversione dell'impulso fisiologico in impulso elettronico è un processo incontrollabile per l'autore e parzialmente indecifrabile per il ricevente. A fronteggiarsi nell'agone virtuale sono identità aliene, sviluppatesi in maniera smodatamente autonoma rispetto a chi le ha generate: il loro soffio vitale è come l'avvio di un programma di cui non si conoscono le dinamiche interne, e la cui esecuzione è paragonabile al decorso di una misteriosa malattia. "Tetsuo" è il ritratto vivo, pulsante, psichedelico della degenerazione: un ritratto che non ha nulla di metaforico od estetico, perché è rudemente impastato nella materia schietta, ed è plasmato, tra escrescenze e secrezioni, sulla caotica, frenetica, multiforme imperfezione del reale.
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