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Non torno a casa stasera

Regia di Francis Ford Coppola vedi scheda film

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La recensione su Non torno a casa stasera

di Tarabas
8 stelle

Indie cinema di gran talento.
Roger Ebert ha paragonato  il film a Easy rider, un viaggio (non "a ritroso" ovest-est, stavolta) verso una frontiera che non c'è più. A me ha ricordato Raymond Carver e, quindi, gli Shortcuts di Altman.
Nathalie e "Killer" sono due inadatti (Killer porta la sua disabilità in giro come una specie di pietra di paragone di coloro che gli si accostano).
Sono inadatti alla vita in generale e alla vita che la società o il caso hanno preparato per loro.
La fuga di Nathalie corre attraverso l'America rurale, che dagli anni 60 in poi non era già più l'autentico paradigma dell'American way of life ma - vero o no che fosse (e c'è ovviamente del pregiudizio nei registi di quegli anni) - un territorio già fin troppo esplorato e allo stesso tempo non (più) conosciuto, ostile.
E' una fuga senza scopo perchè, appunto, la frontiera non c'è più e gli spazi che si aprono davanti ai due non sono più pieni di promesse e di speranze.
Sono desolatamente vuoti e popolati da altri misfits come loro, ma ormai incapaci di qualunque solidarietà umana, quella che faceva sempre trovare al cowboy solitario un posto vicino al fuoco e una tazza di caffè, uno scampolo di società nel deserto.
Così, quello di Nathalie e Killer non è certo un viaggio iniziatico ma un doloroso confronto con la solitudine e la disumanità.

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