La recensione su L'ultima tentazione di Cristo

Tratto dal libro di Nikos Kazantzakis, "The last temptation of Christ", il film presenta tutte le caratteristiche della "lunga maturazione".

E' necessario risalire agli anni '60, quando Martin Scorsese aveva scritto un trattamento, "Jerusalem, Jerusalem!", dove la Passione di Cristo era raccontata sullo sfondo del Lower East Side.

Pensava di raccontare il Vangelo ispirandosi al "cinéma vérité" in b/n, ma verso la fine degli anni '60 vide il film di P.P. Pasolini "Il vangelo secondo Matteo", che lo colpì molto, ma lo convinse ad attendere ancora per molti anni prima di realizzare la "sua" storia di Gesù.

Nel 1972 l'attrice Barbara Hershey "regala" a Scorsese il libro di Kazantzakis, il regista inizia la lettura tre anni dopo, nel 1975, dopo aver finito di girare "Taxi driver", e finisce di leggerlo a San Gimignano nel 1978, quando era in visita al set di "Il Prato" dei fratelli Taviani.

"L'ultima tentazione di Cristo" diventa l'ossessione di Martin Scorsese, e racchiude in se tutta la trasgressione possibile nei confronti della tradizione evangelica. La ricostruzione della vita, passione e morte del Cristo è oltremodo visionaria, vediamo un Cristo che si sente abbandonato, nella tragica solitudine della crocifissione, e che si lascia sedurre proprio dall'ultima tentazione: un angelo - altri non è che il demonio - lo libera dai chiodi della croce e gli dona altri trent'anni di vita, durante i quali potrà lavorare come falegname, amare Maria Maddalena, avere dei figli da Marta e Maria, morire nel suo letto, con accanto gli apostoli invecchiati e Giuda a ricordargli che la sua morte deve compiersi sulla croce.

 La ricostruzione dei luoghi e della storia sono fedeli ai testi della tradizione cattolica, Scorsese rievoca immagini suggestive della Palestina "africana" assolata e povera, del deserto in cui avvengono le "tentazioni", della Via Crucis, e prima ancora della cacciata dei mercanti dal Tempio.

Un aspetto che colpisce, di per se geniale, è la trasposizione che Scorsese, cattolico convinto, fa dei dialoghi del libro di Kazantzakis - rigorosamente in greco domotico - nell'inglese moderno, accessibile al pubblico attuale. Ponzio Pilato, Satana e i soldati romani hanno tutti l'accento inglese, e nella versione italiana il doppiaggio è fedelissimo.

Il dialogo tra Gesù e Ponzio Pilato nel pretorio ha in se tutta l'essenza della drammatica vicenda di Gesù, Scorsese riesce a ben evidenziare l'imbarazzo di Pilato e la sua malcelata ritrosia a essere coinvolto in quell'affare.

"L'ultima tentazione di Cristo" è tratto dal libro di un cristiano ortodosso, sceneggiato da un calvinista e diretto da un cattolico.

Ciononostante, durante le riprese negli Studi Universal, venticinquemila persone protestarono contro il regista, accusandolo di blasfemia.

Anche la Chiesa Cattolica americana si schierò contro Scorsese, giudicando il suo lavoro "moralmente offensivo" per gli oltre cinquanta milioni di cattolici del Paese.

E persino Madre Teresa di Calcutta volle dire la sua, bollando il film di blasfemia, convinta che chi avesse assistito alla proiezione avrebbe compiuto "sacrilegio" nei confronti della Chiesa.

Il film, nei primi giornidella sua uscita negli States, ha bruciato tutti i record di incasso ed è stato il più discusso della storia del Cinema, nonchè il film-scandalo della XLV Mostra di Venezia.

Buona la prova di Willem Dafoe nel ruolo di Cristo, che segue immediatamente quelli del sergente Elias di "Platoon" e dell' agente della polizia militare Buck McGriff di "Saigon".

Barbara Hershey, che aveva "regalato" il libro di Kazantzakis a Scorsese, interpreta Maria Maddalena.

W. Dafoe, "L'ultima tentazione di Cristo" - 1988.