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La ballata di Cable Hogue

Regia di Sam Peckinpah vedi scheda film

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La recensione su La ballata di Cable Hogue

di Peppe Comune
9 stelle

Cable Hogue (Jason Robards) viene derubato e lasciato senz'acqua nel bel mezzo del deserto dell' Arizona dai suoi due compari, Bowen (Strother Martin) e Taggart (L.Q.Jones). Vaga per giorni senza meta, perso nell'arido panorama che lo circonda, stanco ed assetato. Fino a quando non scopre che dietro una pozza che gli dà di che dissetarsi c'è una preziosa vena d'acqua e subito realizza che quella potrebbe essere un'occasione da non lasciarsi sfuggire, la fonte di una fortuna arrivata inaspettata. Infatti Cable Hogue si darà da fare : andrà al catasto per dichiarare di sua proprietà quelle terre "aride ed inospitali", quindi venderà acqua ai viaggitori assetati e, trovandosi in mezzo a due città molto distanti tra di loro, trasformerà la sua nuova terra in un accogliente punto di ristoro per le diligenze di passaggio. Conoscerà l'amicizia del sedicente reverendo Joshua Sloane (David Warner) e l'amore per la prostituta Hildy (Stella Stevens), l'agiatezza economica e la soddisfazione di aver fregato le banche. Ma non gli basta tutto questo per essere felice, ha ancora un conto in sospeso coi vecchi "soci" che lo abbandonarono senz'acqua ad una morte certa e fino a quando non li rincontrerà di nuovo non saprà darsi pace.

 

 

Dopo i botti de "Il mucchio selvaggio", Sam Peckimpah passa con "La ballata di Cable Hogue" a toni decisamente più miti passando dalla violenza cieca di uomini fieri della loro selvaggia virilità a questa storia di una vendetta annunciata che si trasforma nel dolce tributo di un epoca prossima al tramonto definitivo, quando lo spirito pioneristico di simpatiche canaglie stava per lasciare il posto alla società dei profitti e lo sconfinato territorio del west diventare terra di conquista dei nuovi speculatori finanziari. La legge che domina prepotente è sempre quella del più forte, accompagnata dalla pistola prima e indirizzata dai soldi poi, zio Sam non fa deroghe al riguardo, mai, e anche se qui usa uno stila da commedia per un resoconto elegiaco sullo stato delle cose, il pessimismo sulla natura principalmente egoista dell'uomo che permea tutto il suo cinema è sempre in agguato, puntuale a presentare il conto alla parte più debole dell'umanità. Di questa parabola dolce amara, Cable Hogue assurge a simbolo di un fondamentale momento di cesura storica, è l'osservatore ignaro di un mondo che gli sta cambiando sotto i piedi e la vittima inconsapevole di un "progresso" che verrà beffardamente a travolgerlo. Lui è in mezzo, tra il prima e un dopo, con i rituali soliti del mondo a cui appartiene a scandire il tempo della sua attesa e il dolce sapore di un'agognata serenita a sottrargli ogni attimo di vita alla voracità di un presente che galoppa spedito verso un futuro "radioso". Tutto il suo mondo è fisso all'ora di una vendetta scolpita nel cuore, la terra che ha lavorato e la polvere che respira, l'amore per Hildy e ogni bella aspettativa, tutto deve rimanere immobile per tutto il tempo che occorre. Per Cable Hogue la felicità è un attimo che non accetta facili scorciatoie. Lui aspetta i suoi vecchi compari, ha coltivato il rancore per troppo tempo e con troppa cura per non lasciare che si sprigioni con tutta la carica d'odio che possiede, solo quando si li ritroverà di fronte potrà chiudere il cerchio, nell'unico modo che conosce, alla maniera di sempre. Non aspetta altro Cable Houge, prima di lasciarsi alle spalle gli ultimi fuochi di un'esitenza sbandata e consegnarsi soddisfatto a un domani senza nubi, un domani che ha il volto candido di Hildy e le forme indistinta di belle speranze, la felicità finalmente a portata di mano e la vita immaginata in una città dell'avvenire. Un domani che arriva spedito a bordo di quattro ruote, con un bagaglio pieno di meraviglie e con in corpo tanta carica distruttrice. Per farsi beffa di un uomo e di un intero mondo. Cable Hogue e Sam Peckinpah, Sam Peckinpah è Cable Hogue. Un capolavoro di ridente commozione.

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