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Mr. Klein

Regia di Joseph Losey vedi scheda film

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La recensione su Mr. Klein

di fratellicapone
8 stelle

Vidi questo film quando uscì, moltissimi anni fa, mi sembrò noioso e anche di difficile lettura. A distanza di oltre quarant’anni l’ho rivisto in tv e mi è sembrato un ottimo film. Effetto della vecchiaia che cambia la visione delle cose.

L’incipit del film, che non ricordavo, è di brutale e fredda violenza: una donna non più giovane in uno studio di un medico viene esaminata come un animale, in piedi e completamente nuda, per accertare dalle sue sembianze somatiche la “razza” di appartenenza.

Siamo così immediatamente trasportati nella Parigi occupata dai tedeschi e durante la persecuzione e la deportazione degli ebrei nei luoghi di sterminio.

Mr. Klein (Alain Delon) è un ricco, giovane ed elegante uomo francese nella Parigi occupata dai tedeschi. Gli ebrei cercano di vendere i loro beni e Mr. Klein compra gli oggetti d’arte di cui ha piena la casa. Gli ebrei devono vendere e Mr. Klein compra al prezzo che vuole lui da queste persone in fuga e di cui condividerà la sorte.

Trova sotto la porta, a lui indirizzata, la copia di un piccolo giornale edito da un’organizzazione ebraica e destinata a tenere informati gli ebrei sulle disposizioni razziali a cui sono soggetti.

Mr. Klein non è ebreo, è francese, e si reca al giornale per essere cancellato dall’elenco e scopre che esiste un altro Klein. Ma intanto gli elenchi dei destinatari del giornale è già stato inviato alla prefettura e da qui si mette in moto un meccanismo inarrestabile, una specie di tela di ragno in cui Mr. Klein finirà per rimanere intrappolato.

Rivedendo il film a distanza di quarant’anni colgo cose che allora non vidi nemmeno. Innanzitutto questo meccanismo di polizia, inarrestabile, ottuso e misterioso che compila elenchi, tiene aggiornati indirizzi e esegue controlli. Si badi che non sono i tedeschi a fare questo ma la polizia francese, con una ottusa diligenza tipica della peggiore burocrazia. La ricerca della documentazione anagrafica degli antenati, in cui Mr. Klein si impegnerà per provare la sua appartenenza alla razza ariana riuscirà alla fine ad avere i documenti ma, ormai, Mr. Klein è entrato in un meccanismo di ricerca del vero Klein che lo porterà alla rovina.

Poi questo doppio Klein che crea nel nostro Mr. Klein prima la curiosità di sapere chi è l’altro e poi un meccanismo patologico che lo porterà ad investigare sui luoghi dell’altro e sulla sua vita, trovandosi alla fine quasi ad essere lui l’altro.

Mi ha fatto venire in mente “Intrigo internazionale” anche lì il protagonista (Cary Grant) viene scambiato per Mr. Kaplan, anche qui c’è una scena in qualche modo ripresa con il fattorino dell’albergo che gira nella hall dell’hotel cercando con un cartello Mr. Klein, creando questo personaggio che ha un suo doppio intrigrante e misterioso. Ovviamente il grande film di Hitchock è di tutt’altro tipo, in questo  -invece-  c’è la cupezza dell’epoca storica e la sua ferocia e c’è questo meccanismo psicologico, difficile anche da comprendere, che porterà Mr. Klein a condividere la sorte dell’ebreo.

Questa condivisione della tragedia mi ha fatto anche venire in mente, anche se non c’entra, “Il bambino dal pigiama a righe” ma in quello la condivisione nasce dall’amicizia tra due ragazzini e non c’è nessuna consapevolezza in loro del dramma in cui erano inseriti, uno come vittima e l’altro come figlio dei carnefici.

Credo che questo sia uno dei primi film che tratti una vicenda ambientata nella Francia occupata, mettendo in evidenza l’alacrità delle autorità francesi di eseguire, spesso anche al di la del necessario, il censimento, la localizzazione ed infine il rastrellamento degli ebrei francesi. Negli anni mi sono imbattuto in vari film che mostrano questo aspetto vergognoso della storia francese. Per quelli che mi ricordo “Le saveur” di Mardore, “Lancombe Lucine” di Malle e, proprio sull' efferato episodio del Velodromo di Parigi, “La chiave di Sara” di Brenner.

Non conosco film italiani che trattino di analoghi episodi avvenuti in Italia, certamente dall’Italia gli ebrei furono deportati e certamente le autorità di polizia avranno collaborato come in Francia per consegnare gli ebrei, basti pensare al Binario 21 della stazione centrale di Milano. Ci sono filmtv sugli eroi che salvarono centinaia di ebrei a rischio della loro vita (il commissario Palatucci, Giorgio Perlasca ed altri) ma film sull’aspetto buio della nostra storia non ricordo di averne visti.

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