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Sierra Charriba

Regia di Sam Peckinpah vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Sierra Charriba

di giansnow89
8 stelle

Non uno dei principali western di Peckinpah, magari non uno dei più rappresentativi della sua poetica, ma gli elementi di rottura ci sono tutti.

Sierra Charriba fu la prima esperienza del bizzoso Sam Peckinpah in una produzione ad alto budget, e si tramutò in un semi-disastro. Peckinpah sforò il budget non di poco, non ebbe buoni rapporti con cast e troupe (tanto che persino il mite Heston minacciò di trapassarlo da parte a parte con una sciabola), e la notte, dopo le riprese, beveva molto. Il risultato al botteghino fu modesto. Il film fu inoltre tagliuzzato pesantemente e malamente dai produttori, generando una quantità informe di cut diverse: sebbene in piccolo, si tratta di una serie di peripezie che possono fantasiosamente rievocare le sventure dei Cancelli del cielo. Tuttavia, nonostante i tagli, nel panorama stratificato del western all'americana Sierra Charriba appare come un film nuovo e diverso. Prendiamo una delle primissime sequenze: il ranch attaccato dagli indiani, una messe di cadaveri sparsi per terra. All'improvviso ci aggredisce la visione di una bambina ridotta a un cencio insanguinato, straziata dalle frecce, inerte. In Sentieri selvaggi di Ford, la stessa circostanza viene trattata in maniera opposta: Wayne da solo rinviene il corpo della ragazza uccisa (Lucy), ma Ford quel momento lo occulta, lo omette. Il senso dell'irreparabile è solo suggerito dallo scurito volto di Wayne al suo ritorno dalla sortita, e diviene certezza nel suo racconto qualche tempo dopo, ma di corpi di fanciulle gettati in faccia allo spettatore, non c'è traccia. 

 

Rimane quella l'immagine visivamente più crudele del film. La tensione psicologica nel disomogeneo gruppo deputato a snidare il capo Apache Charriba diventa invece l'elemento preponderante. Heston, che interpreta il capo della spedizione, è il personaggio più classicheggiante: richiama altri suoi omologhi della tradizione, lupi solitari, con uno spiccato senso del dovere, ma con un altrettanto schietto indipendentismo. Ma il gruppo che lo segue è tutto tranne che convenzionale. Nordisti, sudisti, neri, criminali comuni: un paiolo ribollente pronto a esplodere in ogni momento. L'inseguimento a Charriba, che verrà sconfitto infine in una battaglia molto breve e con conseguenze minime per i nostri, cessa molto presto di avere una funzione di servizio per la collettività. Orgoglio e onore guidano Heston e Harris, che fa la parte del tenente sudista: vediamo fino a che punto siamo disposti a spingerci oltre e a mettere da parte i nostri odi reciproci e indissolubili, in nome di una causa comune. Harris è ambiguo, pare sempre sul punto di tradire il giuramento stipulato, salvo poi fare marcia indietro. In certi frangenti, sembra essere lui il reale nemico di Heston: il costante clima di incertezza, con un Charriba che non si trova mai, un Harris pronto a pugnalare alle spalle Heston, i francesi in agguato, il fantasma della diserzione che serpeggia nella spedizione, conferisce al film di Peckinpah una grana meno sporca di quanto ci si aspetterebbe (e forse i tagli hanno avuto un ruolo in questo senso), ma assai cupa. 

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