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Il buio oltre la siepe

Regia di Robert Mulligan vedi scheda film

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La recensione su Il buio oltre la siepe

di scandoniano
10 stelle

Nell’Alabama degli anni ‘30, un avvocato è chiamato a difendere un nero accusato dello stupro di una bianca. Le vicende professionali si alternano con quelle familiari, in cui Atticus Finch è un esempio di uomo integerrimo, che lotta per i sani valori in un mondo ricco di pericoli, principalmente se non esclusivamente derivanti dall’obnubilazione dell’anima…

L’occhio dello spettatore si immedesima con quello puro e curioso dei due figli di Finch, Jem e Scout, che provano a capire il perché di tante stranezze e le motivazioni di così tante puerilità gratuite, in una cittadina di provincia del Sud degli Stati Uniti. Proprio la location, con la sua forte componente aggregante e socializzatrice è la base delle vicende, tanto da apparire quasi come un personaggio aggiunto.

Favorito da una fotografia tanto cupa da non consentire il distinguo del giorno dalla notte (probabilmente proprio per adeguarsi alla cupezza totalizzante di certe atmosfere), “Il buio oltre la siepe” più che un film è una dimensione a sé stante. Il cinema drammatico è pieno di province bieche, di personaggi bigotti pavidamente stretti attorno a credenze, riti e preconcetti che non vanno scalfiti per paura che le dinamiche su cui si basano possano sgretolarsi. Ma le atmosfere a cui in questa pellicola sono uniche, mai così ben replicate altrove. Grazie alle musiche di Elmer Bernstein, alla fotografia di Russell Harlan ed alla sontuosa sceneggiatura ornata di splendidi dialoghi firmata da Horton Foote, il film è un meraviglioso esempio di come si possa costruire un gioiello pur contando su situazioni molto semplici, in uno spazio limitatissimo (le location in fondo sono 4 o 5), con un tempo dell’azione molto ristretto e soprattutto trattando poche, ma approfondite tematiche.

La prova di Gregory Peck (Atticus Finch) è stata giustamente ritenuta da Oscar, così come sarebbe dovuto essere anche per la piccola Mary Badham (soltanto una nomination come attrice non protagonista), nel delizioso, incantevole ruolo della dolce Scout. Generosa la statuetta alla scenografia. A proposito di attori, nel finale si palesa anche Robert Duvall per uno degli esordi sul grande schermo più emblematici di sempre. Senza ombra di dubbio il miglior film in carriera per il regista Robert Mulligan, che plasma un capolavoro di inestimabile valore.

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