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La battaglia di Algeri

Regia di Gillo Pontecorvo vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La battaglia di Algeri

di Donapinto
10 stelle

Alla sua quarta regia, dopo GIOVANNA (episodio de LA ROSA DEI VENTI), LA GRANDE STRADA AZZURRA e KAPO', il toscano Gillo Pontecorvo realizza con LA BATTAGLIA DI ALGERI non solo il suo film piu' maturo, ma anche uno dei capolavori del cinema italiano, vincitore del Leone d'Oro al festival di Venezia. Ci viene raccontata la guerra d'indipendenza d'Algeria combattuta per le strade della citta' di Algeri, quando l'Algeria era una colonia francese, tra le forze di sicurezza francesi e l'FLN (fronte di liberazione nazionale). Il tutto ci viene narrato in un lungo flash-back all'inizio della pellicola. Pontecorvo scrive la sceneggiatura insieme a Franco Solinas e gira con uno stile talmente realistico da farlo somigliare a un documentario vero e proprio, con immagini costantemente mosse e fotografia in bianco e nero sgranata, uno stile che potrebbe irritare taluni spettatori, ma che io trovo assolutamente straordinario.  Azzeccata anche l'idea di un cast di non-attori, tranne che per l'attore francese Jean Martin, l'unico professionista, che interpreta il personaggio immaginario di Philippe Matyeau, colonnello dei para' francesi, infatti gli altri protagonisti sono gli algerini Yacef Saadi e Brahim Haggiag, rispettivamente un vero militante dell'FLN  il primo, che sostanzialmente interpreta se stesso e un contadino semi-analfabeta il secondo, che nel film interpreta un ex-pugile, ladro e magnaccia, ma che decide di dare una svolta alla sua vita sposando la causa rivoluzionaria e indipendentista. Nonostante il suo orientamento politico noto a tutti, Pontecorvo non prende posizioni e non fa sconti, mostrandoci i soprusi, gli abusi e le torture dell'esercito francese nei confronti della popolazione algerina, come ci mostra le bombe collocate dall'FLN che fanno stragi di civili. Dopo gli agguati tesi ad alcuni poliziotti francesi, l'OAS fa esplodere una bomba all'interno della Casbah, dove e' confinata la popolazione algerina. La risposta non si fa attendere. Tre donne dell'FLN fanno detonare tre ordigni in due bar e all'aereoporto. Le esplosioni avvengono una dietro l'altra. Una sequenza di una drammaticita' che poche volte si e' vista in un'opera di finzione, come anche la scena di due bombe che esplodono all'ippodromo, con un bambino algerino che rischia il linciaggio se non fosse per l'intervento di alcuni agenti. L'indipendenza arrivera' nel 1962, ma il film verra' proibito in Francia fino al 1971, come anche nel Regno Unito, a causa della gia' delicata situazione politica dell'Ulster. Pontecorvo dirigera' solo altri due film, l'interessante QUEIMADA con Marlon Brando, dove Pontecorvo dovette assecondare tutti i capricci della star e il meno riuscito OGRO con Gianmaria Volonte', sull'attentato dell'ETA basca ai danni dell'ammiraglio franchista Carrero Blanco. E' curioso come il cinema sia stato piuttosto avaro con produzioni che riguardano il conflitto algerino. I titoli che mi vengono in mente sono NE ONORE NE GLORIA di Mark Robson sempre del 1966, con Alain Delon e Anthony Quinn, UOMINI SENZA LEGGE del 2010 diretto dal franco-algerino Rachid Bouchareb, che narra le azioni terroristiche dell'FLN condotte a Parigi e il bello ma misconosciuto GIORNI DI GUERRA del 2007, diretto da Florent Emilio-Siri, che mostra il conflitto combattuto sui monti berberi dell'Algeria. Quest'ultima pellicola non arrivo' nemmeno nelle sale italiane, ed ebbe solo una frettolosa distribuzione in DVD. 

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