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Quella strana ragazza che abita in fondo al viale

Regia di Nicolas Gessner vedi scheda film

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La recensione su Quella strana ragazza che abita in fondo al viale

di degoffro
8 stelle

Rec breve

Tratto con estrema fedeltà dall'omonimo romanzo di Laird Koening che sceneggia "Quella strana ragazza che abita in fondo al viale" è un disturbante, morboso e ancora piuttosto terrificante ritratto di un'adolescente stravagante, scaltra, gelida, spavalda ed impertinente. Valore aggiunto imprescindibile è senza alcun dubbio l'interpretazione ispirata e sfumata di una Jodie Foster già mostro di bravura.


Voto: 7 

 

Sapiente dramma psicologico dalle atmosfere ambigue, rarefatte ed inquietanti. La tredicenne Rynn vive tutta sola in una casa presa in affitto dal padre in una cittadina del Maine, dove si sono trasferiti da pochi mesi. In città credono che la ragazza viva con il genitore, celebre poeta inglese, ma chi prova a curiosare in casa non ha mai il piacere di conoscere l'uomo, perché, a detta della figlia, o è chiuso nel suo studio e non vuole essere disturbato, oppure è a New York dal suo editore. In realtà il papà di Rynn è morto, partito per un viaggio in mare suicida, per non essere ucciso da un male incurabile. Prima però del gesto estremo ha fatto in modo di assicurare alla figlia una tranquilla esistenza per almeno tre anni. La curiosità ed i sospetti degli abitanti della cittadina rivelano però il lato sinistro ed oscuro di Rynn, pronta ad eliminare con tazzine di the al cianuro chiunque si ponga sulla sua strada. La complicità, inizialmente casuale, poi sempre più affettuosa e convinta del giovane Mario, nipote del sergente della cittadina ed apprendista mago, la aiuterà a portare avanti il suo delirante progetto. Tratto con estrema fedeltà dall'omonimo romanzo di Laird Koening che sceneggia (1) "Quella strana ragazza che abita in fondo al viale" è un disturbante, morboso e ancora piuttosto terrificante ritratto di un'adolescente stravagante (2), scaltra, gelida, spavalda ed impertinente, appassionata di Emily Dickinson, amante della solitudine, perché educata dal padre a non frequentare la gente ("Di qualcuno devi fidarti", le consiglia l'amico Mario), convinta sostenitrice del fatto che "la scuola è idiotizzante" per cui non vale la pena frequentarla, molto abile nell'arte della menzogna ("Non sono bravo a dire bugie quanto te!" sostiene sempre Mario), determinata e sicura di sé, ma soprattutto pronta a tutto per difendere la sua libertà. Solo la frequenza con Mario la rende consapevole del suo bisogno di affetto e della folle assurdità delle convinzioni che le sono state date ed imposte e di cui non ha mai potuto riscontrare in concreto la fallacità. Ambientato quasi interamente nella casa di Rynn secondo una funzionale impostazione teatrale, il film è costruito, nella prima parte, su una serie di serrati confronti dialettici mai verbosi (tra Rynn e il viscido Hallet, Rynn e la crudele signora Hallet, Rynn e il paterno sergente Miglioriti, Rynn e Mario), nella seconda invece su una tensione crescente davvero ammirevole, culminante in un finale sorprendente ed ambiguo, difficile da dimenticare. Valore aggiunto imprescindibile è senza alcun dubbio l'interpretazione ispirata e sfumata di una Jodie Foster (valga per tutti il prolungato ed insistito primo piano sul suo volto, nell'ultima folgorante e per nulla banale sequenza), già mostro di bravura nell'anno di grazia 1976 in cui l'attrice ha girato anche "Taxi driver", "Piccoli gangsters", "Tutto accadde un venerdì" e “Echi di una breve estate”. Ottimi comunque anche Martin Sheen nei panni del lascivo e subdolo signor Hallet maniaco con un debole per le fanciulle (esemplare l'incipit che introduce alla perfezione nel clima malato ed angoscioso del film), Alexis Smith la spietata, razzista ed arcigna signora Hollet, destinata ad infausta fine per la sua accanita curiosità e Scott Jacoby (il tenero e comprensivo Mario). Di Nicolas Gessner (regista francese di origini ungheresi) si sono perse le tracce da tempo (l'altro suo film conosciuto è il precedente "Qualcuno dietro la porta" con Charles Bronson e Anthony Perkins) ma questa sua opera resta un mystery accattivante, bizzarro ed allarmante che suggerisce in modo sottile più che mostrare in modo esibizionistico, forse basato su premesse leggermente pretestuose e su un soggetto effettistico e forzato, ma capace di regalare più di un sano brivido (quella botola della cantina che si apre d'improvviso nella notte), trasmettendo una trepidazione palpabile e minacciosa e rammentandoci che, a volte, il voler troppo responsabilizzare i ragazzi porta a conseguenze nefaste. Un discorso qui estremizzato ma non da sottovalutare: del resto Rynn, abituata dal padre a vivere isolata, solo con la conoscenza di Mario scopre la possibilità di un mondo diverso che fino ad allora le era stato ingiustamente precluso. Non privo di sequenze brutali (l'uccisione del piccolo criceto Gordon, unico amico di Rynn, da parte di un mefistofelico Hallet che spegne la sua sigaretta sulla testolina dell'animaletto per poi gettarlo nel fuoco del camino) o quasi scabrose (i ripetuti tentativi di seduzione della piccola protagonista da parte di Hallet) e con una audacia inattesa nella descrizione del delicato, sempre più intimo e personale rapporto tra Rynn e Mario. Anche se bisogna precisare che la sequenza in cui Jodie Foster si mostra completamente nuda di spalle, prima di entrare nel letto con Mario, è un classico caso di body double: il corpo infatti è quello della sorella maggiore di Jodie. Notevole l'accompagnamento musicale di Christian Gaubert arricchito dalle soffuse sinfonie di Chopin. Personalmente mi ha ricordato, per le atmosfere ed alcuni passaggi, il romanzo “Il giardino di cemento” di Ian McEwan, peraltro di due anni successivo al film. 3 premi importanti da parte dell'Academy of Science Fiction, fantasy & horror films: miglior horror e migliori attori protagonisti Foster e Sheen.

Voto: 7

(1) Mancano solo tre episodi non particolarmente significativi, peraltro tutti consequenziali nel romanzo e precisamente: il passaggio che il sergente Miglioriti dà a Rynn per accompagnarla all’ospedale a trovare Mario, comunicandole nel frattempo che ha chiesto il trasferimento in un altro stato dopo che è stato tranquillizzato dal fatto che Rynn vive effettivamente con il padre e dunque non teme più per la sua incolumità; la visita all’ospedale – nel romanzo Rynn incontra due dei fratelli di Mario che le pongono diverse domande; il rientro a casa di Rynn con il girovagare della ragazzina per le strade notturne della città e l'incontro con alcuni malintenzionati teppistelli.

(2) Bellissima la descrizione che ne viene fatta all’inizio del romanzo: “Sembrava una delle solenni vergini della mitologia, una sacerdotessa intenta a porre qualche offerta su un altare.”

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