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Il sorpasso

Regia di Dino Risi vedi scheda film

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Dany9007

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il sorpasso

di Dany9007
10 stelle

Una pellicola che trasuda (al meglio) tutti gli esempi e le contraddizioni dell'Italia del boom economico. Con un'innovativa colonna sonora, che salvo pochissime scene, propone le canzoni del momento, i tipici tormentoni estivi che accompagneranno i due protagonisti durante il viaggio. Da una parte abbiamo il timido e giovane Roberto Mariani, riluttante nel seguire l'esuberante Bruno Cortona in un viaggio che doveva concludersi con un semplice aperitivo, solo per sdebitarsi per una telefonata, ma che lo coinvolgerà per circa due giorni. Inizialmente sospettoso Roberto si farà man mano trascinare dalla forza e dalla spensieratezza (sarebbe meglio dire irresponsabilità) di Bruno nell'approccio a tanti aspetti della vita: l'approccio con le donne, l'arguzia nell'osservare certe situazioni (irresistibile quando scopre che il cugino di Roberto è figlio del fattore di casa), passando per riflessioni anche più profonde, come la sostanziale solitudine che Bruno in fondo sente di provare nonostante il suo approccio "infantile".

Bruno inoltre interpreta il boom economico nell'ottica dell'intrallazzatore in affari: acquista (o si fa regalare) mobili, cerca di comprare una partita di frigoriferi che hanno appena subito un incidente. Allo stesso tempo si rende conto delle generazioni più giovani (tramite il personaggio di sua figlia) che hanno già raggiunto una spregiudicatezza superiore alla sua, frequentando, ancora adolescente, un anziano industriale.

Di Bruno vengono messi in risalto anche dei pregi: in fondo per tutta la vicenda egli è spontaneo nel rapporto con Roberto, mentre è quest'ultimo che inizialmente cerca di allontanarsi con delle scuse o comunque non è sincero quando accetta certi inviti.

Vorrei porre l'attenzione su un particolare del quale non ho mai trovato analisi in testi di critica, e di cui ho dato una mia interpretazione: dopo il tragico schianto che vede Roberto precipitare insieme alla Lancia Aurelia per la scogliera, giunge un poliziotto che chiede a Bruno se questi fosse suo parente, Bruno risponde: "si chiamava Roberto, il cognome non lo so...ci siamo conosciuti ieri mattina". Sulla seconda parte della risposta mi sembra che emerga di nuovo l'estremo cinismo di Bruno: egli non poteva non sapere il cognome di Roberto che infatti si presenta in più occasioni, ma quindi per non avere grane con la polizia ha preferito negare di conoscerlo meglio? Del resto abbiamo già visto Bruno quando convince Roberto a non testimoniare circa il furto di una valigia.

Su tutto questo, è impossibile non elogiare due elementi: la superlativa intepretazione di Gassman, che in modo unico riesce a creare un personaggio istrionico, fanfarone, simpatico e detestabile allo stesso tempo. Un italiano medio che nessun altro avrebbe potuto rendere meglio. Infine la regia di Dino Risi, che qui mette a segno scene memorabili, inquadrature, primi piani, ambientazioni nelle locande o sulle spiagge che torneranno in parecchi suoi film.

Assolutamente una vetta nel cinema italiano.

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