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Sedotta e abbandonata

Regia di Pietro Germi vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Sedotta e abbandonata

di noodless94
8 stelle

Sedotta e abbandonata è un film del 1964 (non del 1963, come riportato in questo sito), successivo a un film di vitale importanza per Pietro Germi: Divorzio all'italiana, del 1961, da molti considerato il capolavoro del regista.

Tanti sembrano essere i richiami presenti con il film, con cui condivide varie tematiche e, soprattutto, l'ambientazione siciliana.

 

Pietro Germi dunque, dopo il successo internazionale di Divorzio all'italiana, decide di rimanere in Sicilia, la terra secondo lui più adatta a raccontare l'assurdità della legge italiana di quel periodo, dove era assente il divorzio, ma erano presenti leggi come "Il delitto d'onore", ovvero nel caso in cui la donna avesse tradito il marito, o viceversa, quest'ultimo, uccidendola, avrebbe avuto una pena minore di quanto gli spettasse in realtà al fine di mantere l'onore della famiglia, e quella del "Matrimonio riparatore", ovvero che, in caso di stupro o di violenza, il reato sarebbe stato cancellato qualora si fosse ricorsi al matrimonio, definito per l'appunto riparatore. 

La prima delle due leggi è particolarmente trattata in Divorzio all'italiana, dove Mastroianni, in assenza della legge sul divorzio, ricorre al delitto d'onore per lasciare la moglie e sposare la giovane cugina di cui si è innamorato, mentre sedotta e abbandonata è particolarmente incentrato sulla seconda, assurda, legge. 

Nel film, Peppino, fidanzato di Matilde, s'invaghisce della sorella minorenne di quest'ultima, Agnese, interpretata ancora una volta da una splendida e giovanissima Stefania Sandrelli che, come in Divorzio all'italiana, accende la passione degli uomini che le gravitano attorno. Agnese, sfortunatamente, resta incinta, disonore troppo grande per la famiglia che deve mantenere una certa posizione all'interno della realtà siciliana di quegli anni, dove l'onore e il rispetto (non quello di Gabriel Garko) contavano più di qualsiasi altra cosa. Si cerca dunque di far sposare i due, ma l'opposizione prima di Peppino, che non vuole sposare una donna di facili costumi (il che ha dell'assurdo, visto che è stato lui a provocare il tutto), e successivamente dalla stessa Agnese, che non accetta di dover pagare un prezzo così alto per evitare che Peppino vada in prigione dal momento che egli ha avuto un rapporto con una minorenne. In mezzo a tutta questa vicenda, s'innalza la figura del padre della ragazza, don Vincenzo, che, pur di ripristinare l'onore della figlia e della famiglia, prima ordina al figlio maggiore Antonio di vendicare il torto subito, usufruendo del delitto d'onore per avere una pena minore, e successivamente ordina a Peppino di prendere in moglie la figlia, e ancora, una volta che Agnese si oppone al destino che ormai sembra averle segnato la vita, cerca in tutti modo di evitare che il paese sappia la verità, in modo che l'onore della sua famiglia non venga intaccato da questo episodio. Scenate, urli, liti, situazioni grottesche, finti rapimenti durante le processioni, in una realtà siciliana dove tutto ciò è realmente accaduto (e, in parte, sembra accadere tutt'ora), precedono il finale, il matrimonio riparatore fra Agnese e Peppino, in grado di riportare tutto alla normalità.

 

Una commedia che è anche, e soprattutto, una critica a delle leggi assurde presenti nell'Italia di quel periodo. Pietro Germi riesce nuovamente a descrivere perfettamente la situazione della realtà siciliana (anche se il film, e dunque la critica, vanno intesi in scala nazionale) evitando di tirare in ballo Divorzio all'italiana. Infatti, sebbene il film abbia delle similitudini, mantiene la sua strada, riuscendo, alla fine di tutto, a conservare la propria identità. Aiutato da un cast particolarmente brillante, Germi costruisce attorno l'esuberanza e la gestualità tipica dei meridionali, una storia che sa il fatto suo, critica al punto giusto senza mai essere troppo pesante, che mantiene quell'aria tragicomica per tutto il film.

Un film moderno, che non sembra subire il peso degli anni che passano. Germi terminato il film lascerà la Sicilia spostando geograficamente le sue opere (l'anno successivo esce Signore&signori ambientato in Veneto), mantenendo però quel suo modo di fare cinema che lo ha portato a essere, cosa che mi piace ribadire spesso, uno dei migliori registi italiani di quel periodo.

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