Espandi menu
cerca
Il piccolo diavolo

Regia di Roberto Benigni vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Decks

Decks

Iscritto dal 31 agosto 2014 Vai al suo profilo
  • Seguaci 6
  • Post 7
  • Recensioni 190
  • Playlist 3
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Il piccolo diavolo

di Decks
3 stelle

Benigni è uno dei più amabili showman, se non il migliore, che l'Italia può vantare: le sue doti sui palcoscenici, non solo teatrali, ma anche cinematografici (nonostante un attaccamento indissolubile al suo personaggio di eterno bambino) è indiscussa. Ripetitivo forse, ma di certo non petulante, capace di strappare una risata a qualsiasi pubblico.

Diverso è il discorso per le sue capacità registiche, dove non se la cava molto bene. Tuttavia si chiude un occhio e ci si gode comunque un, per lo meno sufficiente prodotto, cosa che non è "il piccolo diavolo", uno dei peggiori lavori del dissacrante attore.

 

Come già detto, la regia è nulla, in tutti i sensi: vi sono errori che neppure un dilettante compierebbe, con l'aggiunta di un uso della camera spropositato, limitandosi a mantenersi in secondo piano e tentando di assumere un aspetto professionale (mai riuscito) in alcune scene. Il montaggio di Nino Baragli, poi, da cui ci si aspettava un ottimo risultato visto i passati successi, non è all'altezza del suo nome: malposti stacchi di camera che provocano solo spaesamento nello spettatore, riducendo il film ad una serie di scenette, di cui poche funzionano e molte rimangono insulse o semplicemente annoiano.

Gli unici aspetti tecnici che raggiungono a malapena la sufficienza sono il sonoro e la fotografia: nel primo caso c'è una musica leggera per niente pretenziosa, che si adatta alle atmosfere della pellicola; nel secondo caso vi sono dei fotogrammi che ritraggono perfettamente il clima di un ambiente ecclesiastico: freddo, quasi gotico e introverso, variando nel momento in cui la libido di Giuditta esplode, spostandosi su colori più caldi e avvolgenti tipici di questa fase che rispecchia quella adolescenziale.

 

Anche le sceneggiature, che all'inizio non paiono eccelse ma per lo meno buone, si rivelano purtroppo assenti di profondità e originalità, spesso inconcludenti; aggiunte ad una trama carente nella costruzione narrativa purtroppo il risultato è pessimo, e le scene che veramente funzionano in questo lungometraggio si contano sulla punta delle dita (la cena, la messa e poche altre) quasi tutte nella prima parte del film, dove aiuta molto la bravura di Matthau, che con la sua sola espressività dà una marcia in più alla pellicola.

Tutto crolla nella seconda parte, Matthau viene messo da parte, a favore di una trama incentrata esclusivamente sulle ambiguità sessuali, la sceneggiatura si riduce all'osso diventando un semplice campionario di battute sconce o doppi sensi, ove sorge spontaneo chiedersi se il titolo giusto non fosse stato "il piccolo erotomane". La narrazione ne risente, rimane irrisolta e non aiuta certo la prima parte, che, anche se migliore, appare come una pallida imitazione della "Strana Coppia" con Benigni che gigioneggia malamente il ruolo del più talentuoso Lemmon. Per non parlare poi di Nicoletta Braschi, la quale si limita a mostrare curve sinuose e ammalianti tralasciando la recitazione. 

 

Insomma, la quarta opera di Benigni è da dimenticare. Aspetti tecnici insufficienti, cast malamente utilizzato e una trama che dove non riesce a copiare film di successo si riduce in battute volgari che si prolungano (eccessivamente) fino al finale, il quale lascia amarezza e delusione per il brutto risultato del regista toscano.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati