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Paisà

Regia di Roberto Rossellini vedi scheda film

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La recensione su Paisà

di noodless94
8 stelle

Paisà viene dopo Roma città aperta e prima di Germania anno zero, film che insieme ai due citati fa parte della famosa trilogia della guerra antifascista del regista romano Roberto Rossellini. A differenza degli altri due, Paisà presenta una struttura diversa. Il film è infatti composto da sei episodi, che ripercorrono alcuni dei principali avvenimenti che, a poco a poco, portarono alla liberazione dell'Italia sia del regime nazista, sia da quello di natura fascista. Protagonisti del film, insieme agli attori non-professionisti, imprescindibili per il cinema neorealista, sono i soldati statunitensi. Questi infatti, ripercorrono l'intera penisola liberandola dall'invasore, con il contributo dei partigiani, che nella seconda parte del film, man mano che si sale verso il nord del paese, assumono un ruolo sempre più centrale. 

Il primo episodio è ambientato in Sicilia, dove gli alleati sbarcarono il 10 luglio 1943. Il secondo, con protagonisti diversi, cosa che si ripete in ogni episodio, è ambientato in una Napoli distrutta e rasa al suolo dal combattimento, e ha come protagonisti un poliziotto statunitense di colore, e un piccolo ragazzo napoletano rimasto orfano e costretto a rubare. Il terzo, ambientato a Roma, racconta una storia d'amore che termina male fra una ragazza romana e un soldato. Il quarto, forse il più bello, ambientato nella Firenze dove ancora risuonano gli spari di una violenta lotta fra fascisti e partigiani, l'infermiera britannica Harriet e il suo amico Massimo, cercano di raggiungere i loro cari (l'infermiera è fidanzata con Lupo, capo partigiano), nonostante i pericoli dei combattimenti presenti in città. Il quinto, un episodio più atipico, racconta la visita di tre cappellani statunitensi, uno cattolico, uno ebreo e uno protestante, a un monastero di frati. Il sesto e ultimo episodio è ambientato nel nord Italia, oltre la linea gotica. Qui partigiani e alleati sono impegnati in un'aspra lotta contro i fascinazisti, colpevoli, quest'ultimi, di atti spregevoli e di violente rappresaglie contro i civili. Il film termina con la violenta uccisione di alcuni partigiani per mano dei soldati tedeschi.

 

 

Tra i tre film della trilogia, Paisà è quello meno riuscito dei tre. 

In ogni fine episodio, eccezion fatta per il quinto, è presente un finale tragico, che vede il protagonista o morire, oppure perdere qualcuno a cui è profondamente legato. Inoltre, gli episodi uno, tre, quattro, hanno in comune la storia d'amore che termina tragicamente, simbolo dell'Italia sconfitta e distrutta, incapace di superare il dolore per una profonda umiliazione subita. La gente comune, protagonista indiscussa del film, vive in una realtà atipica, pregna del sangue versato e della violenza di quegli anni bui per il nostro paese. Impotente al dolore che gli è stato inflitto, assiste all'avanzata del liberatore alleato, esultando per le sue imprese. Tuttavia è sempre presente un'aria di rassegnazione, di sconfitta. La guerra, per Rossellini, ha lasciato un profondo dolore a ognuna delle persone che l'hanno vissuta sulla propria pelle. In tutti e tre i film assistiamo all'incapacità dello sconfitto di rialzarsi, di riuscire a mettere dietro le spalle il passato ingombrante. La trilogia Rosselliniana, spesso identificata come una sorta di documentario post guerra mondiale, è lontana dalla ricerca di una bellezza estetica, sia attraverso la sceneggiatura( tra gli sceneggiatori anche Federico Fellini), sia attraverso i movimenti, impercettibili, della camera. Paisà è un film asciutto, crudo, doloroso, un documento dell'Italia post guerra, dove la speranza di un futuro roseo era impensabile. 

 

Il film, successivamente, così come anche Roma città aperta, venne inserito nella lista dei 100 film italiani da salvare. 

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