È l’ultima battuta?: Tra palco e vita, un matrimonio si racconta a microfono aperto

Al cinema dal 2 aprile con Disney, il film È l’ultima battuta? è diretto da Bradley Cooper e scritto da Cooper stesso insieme a Will Arnett e Mark Chappell. Al centro della narrazione ci sono Alex e Tess Novak, una coppia in fase di separazione dopo vent’anni di matrimonio. Lui, interpretato da Arnett, si rifugia nella stand-up comedy, cercando una nuova forma di espressione personale. Lei, Tess, interpretata da Laura Dern, riprende contatto con una parte di sé lasciata in sospeso: la carriera da atleta, il desiderio di autonomia, l’identità individuale al di là del ruolo familiare.

La storia si svolge a New York e si muove tra ambienti domestici, spazi urbani e i piccoli club della scena comica cittadina. La crisi della coppia non viene rappresentata attraverso conflitti eclatanti, ma attraverso un progressivo allontanamento. Il film si concentra sulle trasformazioni interiori dei due protagonisti, sul loro tentativo di ridefinirsi, e sull’ipotesi che la fine di un modello di relazione possa lasciare spazio a un altro.

Il palco come specchio

L’idea alla base del film È l’ultima battuta? prende ispirazione da un episodio realmente accaduto: il comico John Bishop, dopo una separazione, partecipò a una serata open mic parlando del proprio vissuto. Quel momento ebbe un ruolo inatteso nella sua riconciliazione con la moglie. Questo spunto narrativo è diventato il nucleo attorno a cui è stata costruita la storia di Alex Novak. Il personaggio esplora la stand-up non come carriera ma come modalità per affrontare ciò che non riesce a comunicare nella vita quotidiana.

La struttura alterna momenti familiari e privati con le sue esibizioni comiche. L’ambiente del club diventa così uno spazio di elaborazione emotiva, dove la narrazione personale prende forma in modo pubblico.

Due strade divergenti, una domanda condivisa

Tess e Alex si trovano in fasi molto diverse della propria traiettoria. Alex comincia un percorso creativo e rischioso, spinto dalla necessità di dire qualcosa. Tess, ex atleta professionista, ha già affrontato una trasformazione radicale nella propria vita, mettendo in pausa ambizioni personali per dedicarsi alla famiglia. Ora si confronta con la possibilità di ricominciare da capo, con nuovi obiettivi e nuove priorità.

Oltre alla coppia principale, il film È l’ultima battuta? include altri personaggi che ampliano il discorso sui legami di lunga durata. Balls (interpretato da Cooper) e Christine (Andra Day) sono amici di Alex e Tess. Il loro rapporto riflette altre forme di stanchezza e adattamento. Christine osserva con attenzione il percorso di Tess, mentre Balls si muove tra aspirazioni artistiche e situazioni di equilibrio precario. La loro presenza aggiunge complessità alla rappresentazione della vita adulta e dei compromessi quotidiani.

Sfasature emotive e architetture visive

Il film È l’ultima battuta? utilizza spazi e costumi come strumenti narrativi. L’appartamento di Alex, la casa di famiglia, il loft di Balls e Christine suggeriscono attraverso colori, arredi e luci il livello di connessione o disconnessione tra i personaggi. I costumi di Tess, ad esempio, richiamano il passato sportivo, mentre quelli di Alex suggeriscono il passaggio da una fase trascurata a una più ordinata, pur nella continuità. Il loft artistico di Balls e Christine mostra invece un’estetica appariscente che si discosta dal mondo più contenuto della coppia Novak.

La fotografia, curata da Matthew Libatique, utilizza un formato 1.66:1 e un unico obiettivo (40mm) per tutta la durata delle riprese. La camera, spesso a mano, segue i personaggi da vicino, accompagnandoli nei momenti di transizione. Alcune scelte registiche, come l’inquadratura del volto di Alex solo in determinati momenti, accompagnano lo sviluppo del personaggio e il suo progressivo “riemergere”.

Un equilibrio imperfetto

Tra i temi che emergono nel corso del film È l’ultima battuta? ci sono la trasformazione delle relazioni, la ricerca di identità personale all’interno della coppia, e la possibilità di un equilibrio nuovo dopo una rottura. Il titolo stesso richiama sia il contesto comico sia la difficoltà di comunicare autenticamente. Il microfono, in questo senso, diventa un simbolo: è acceso? Sta funzionando? C’è qualcuno che ascolta?

La colonna sonora originale di James Newberry, insieme a tracce esistenti come Under Pressure di Queen e David Bowie, accompagna queste dinamiche. La scelta del brano per una scena centrale ha un significato tematico: due voci distinte, non perfettamente compatibili, che trovano una forma di armonia nel disaccordo. Questo concetto attraversa anche le relazioni rappresentate nel film.

Un momento di passaggio

È l’ultima battuta? costruisce una narrazione centrata su un momento di passaggio. La fine di una relazione, il bisogno di riscoprire sé stessi, il tentativo di ridefinire l’intimità sono i fili conduttori di una storia ambientata in spazi quotidiani, tra palchi minori e dialoghi interrotti. Attraverso la stand-up comedy come pretesto narrativo, il film esplora un tipo di crisi non spettacolare ma diffusa, comune, spesso invisibile: quella che riguarda il modo in cui si continua a essere, o a non essere più, parte di un “noi”.

Disclaimer
Questo testo è stato redatto sulla base di informazioni e note di regia condivise dalla produzione, supportate dalla visione di interviste e materiali promozionali, ma senza avere visto il film. In alcun modo, quindi, questa presentazione di È l’ultima battuta? può essere intesa come una recensione o una critica cinematografica.

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