Nel contesto della produzione cinematografica iraniana, il film Divine Comedy si presenta come un’opera che mette al centro l’esperienza di chi cerca di portare il proprio lavoro al pubblico nonostante gli ostacoli posti dal sistema di autorizzazioni. Diretto da Ali Asgari e presentato nella sezione Orizzonti della Mostra del Cinema di Venezia 2025, propone una narrazione che interseca finzione e realtà, in un’indagine sulla visibilità negata e sulle modalità con cui gli artisti cercano comunque di essere presenti.


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Divine Comedy (2025) scena

Un viaggio non autorizzato

La storia del film Divine Comedy ha per protagonista Bahram (interpretato da Bahram Ark), un regista quarantenne che ha realizzato tutta la sua filmografia in Turkish-Azeri, senza mai ottenere l’approvazione per una proiezione pubblica in Iran. Il rifiuto dell’ennesima richiesta da parte del Ministero della Cultura diventa per lui un momento di svolta.


Insieme alla produttrice Sadaf (interpretata da Sadaf Asgari), Bahram decide di intraprendere un percorso alternativo, portando il film direttamente al pubblico attraverso vie non ufficiali. Il racconto segue i due personaggi tra pratiche burocratiche, spostamenti nascosti e tentativi di eludere i controlli.

Personaggi tra biografia e narrazione

Bahram è un regista che affronta le conseguenze della marginalità linguistica e professionale nel suo Paese. La sua figura nel film Divine Comedy è costruita su elementi riconducibili alla biografia del protagonista stesso, anche al di fuori della finzione. La sua presenza in scena si colloca così su un doppio livello: quello del personaggio e quello dell’autore che interpreta un ruolo vicino alla propria esperienza reale.


Sadaf accompagna il protagonista in questo percorso. Anche il suo personaggio è ispirato alla realtà dell’attrice Sadaf Asgari, che ha partecipato a diverse produzioni internazionali ed è stata coinvolta in dinamiche di esclusione legate alla partecipazione a festival esterni all’Iran. Il rapporto tra i due costituisce l’asse narrativo principale del film, con dinamiche costruite attraverso dialoghi e interazioni quotidiane.

Censura e immobilità come paesaggio narrativo

La struttura narrativa del film Divine Comedy si sviluppa intorno a elementi legati all’apparato burocratico, rappresentato attraverso scene statiche e situazioni ripetitive. Le ambientazioni, i tempi e i silenzi sono utilizzati per restituire il senso di un sistema regolato da procedure rigide e da una gestione istituzionale dell’accesso alla visibilità. Il regista sceglie di rappresentare queste dinamiche senza farne una denuncia esplicita, ma ponendo attenzione ai meccanismi interni e agli effetti sulla quotidianità dei personaggi.


Anche le scelte estetiche, come l’uso di composizioni fisse e l’assenza di dinamismo visivo, sembrano rispecchiare un senso di immobilità sistemica. La narrazione non si concentra su gesti clamorosi, ma si sviluppa attraverso scene dove l’attesa, il rinvio e la frustrazione diventano elementi strutturali.

Ali Asgari
Divine Comedy (2025) Ali Asgari

Cinema che parla di sé

Divine Comedy utilizza la forma del metacinema per mettere in scena il proprio processo produttivo. I protagonisti sono registi e attrici che interpretano versioni narrative di sé stessi, e l’opera stessa, secondo quanto dichiarato dal regista, è da intendersi come un’estensione del tema della resistenza attraverso la presenza, l’osservazione e il racconto. L’intenzione è quella di mostrare il processo attraverso cui il cinema, in determinati contesti, diventa un’azione legata alla sopravvivenza culturale.


Il riferimento al titolo dantesco, la Divina Commedia, sembra inserirsi in una visione stratificata, dove il viaggio non è verticale ma bloccato, e la “commedia” si sviluppa in senso etimologico: una narrazione che attraversa situazioni paradossali senza offrirne necessariamente una risoluzione.

Un finale senza chiusura

Il film Divine Comedy si chiude su un’immagine dichiaratamente simbolica: un cane che osserva la scena senza intervenire. Nella visione del regista, si tratta di un invito a riflettere sul ruolo dell’osservazione e del semplice atto di vedere. Non c’è un epilogo netto, ma la sottolineatura del fatto che l’atto di testimoniare, anche in condizioni difficili, ha un significato che va oltre la narrazione.


Disclaimer

Questo testo è stato redatto sulla base di informazioni e note di regia condivise dalla produzione, supportate dalla visione di interviste e materiali promozionali, ma senza avere visto il film. In alcun modo, quindi, questa presentazione di Divine Comedy può essere intesa come una recensione o una critica cinematografica.

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina Divine Comedy

Divine Comedy

Drammatico - Iran, Italia, Francia, Germania, Turchia 2025 - durata 98’

Titolo originale: Komedie elahi

Regia: Ali Asgari

Con Bahram Ark, Sadaf Asgari, Hossein Soleimani, Bahman Ark, Mohammad Soori, Amirreza Ranjbaran

Al cinema: Uscita in Italia il 15/01/2026