Chiariamolo subito: il film Hamnet non è un biopic su Shakespeare, né una semplice trasposizione storica. È un film che si concentra su un punto cieco nella vita del più noto drammaturgo del mondo: la morte del figlio undicenne, Hamnet, e il vuoto lasciato da quell’evento. Diretto da Chloé Zhao e tratto dal romanzo di Maggie O’Farrell, il film costruisce una narrazione che esplora non tanto il fatto in sé, quanto le sue risonanze. Al centro non c’è il palcoscenico londinese, ma la casa di Stratford-upon-Avon, la condizione emotiva di una madre e l’inerzia di un padre.
Hamnet è un’indagine sul dolore, sull’arte come reazione, sull’amore che cambia forma. Dal 5 febbraio al cinema con Universal Pictures, è stato presentato al Toronto Film Festival 2025.

Agnes: la donna che vede oltre
Il centro narrativo del film Hamnet è Agnes, moglie di Shakespeare, qui chiamata con il suo nome originario e interpretata da Jessie Buckley. Agnes è un personaggio in equilibrio tra realtà e rappresentazione: guaritrice, falconiera, madre, outsider. La sua connessione con la natura rappresenta un linguaggio esistenziale. Vive ai margini della società patriarcale e religiosa del XVI secolo, eppure è lei il baricentro della storia.
Dopo la morte del figlio, Agnes rimane nella casa familiare, immersa in un dolore che non si lascia nominare, mentre il marito si sposta verso il teatro. Da questo scarto tra stasi e movimento, tra silenzio e parola, si sviluppa una tensione creativa che attraversa l’intero racconto.
William: l’uomo che scrive per non crollare
Paul Mescal interpreta William Shakespeare come un uomo diviso: da un lato il dovere familiare, dall’altro il richiamo della scena teatrale. Lontano dall’immagine cristallizzata del Bardo, il suo Will è giovane, segnato dal conflitto con il padre e dalla difficoltà di proteggere chi ama. Il lutto lo separa ulteriormente da Agnes, ma è proprio nella distanza che si apre uno spazio per la creazione.
Hamlet, la tragedia, nasce come forma di trasfigurazione, un atto espressivo più che commemorativo. Non è un omaggio diretto al figlio perduto, ma un modo per rendere quel dolore condivisibile.

La casa, il bosco, il teatro: tre spazi, tre anime
La regia costruisce per il film Hamnet una geografia interiore attraverso gli spazi. La casa di Stratford è il luogo dell’oppressione: bassa, buia, segnata dalla presenza del padre-padrone. Il bosco è il regno di Agnes, simbolo di un sapere arcaico, non codificato. Londra è la dimensione di Will, fatta di scena e rappresentazione. Ma il teatro, nella sequenza al Globe, diventa il luogo in cui i percorsi individuali trovano un punto di contatto. La finzione teatrale assume il ruolo di strumento di elaborazione collettiva. Il teatro viene rappresentato come rito di trasformazione.
Il dolore, la creazione, l’impermanenza
Il film Hamnet non tematizza semplicemente la morte: la interroga. Ogni gesto è un tentativo di rispondere alla domanda: come si sopravvive alla perdita? L’opera non dà risposte, ma mostra due percorsi divergenti. Agnes si ritira nel silenzio della natura. Will trasforma l’assenza in parola e struttura. Entrambi si confrontano con l’impermanenza cercando di dare forma a ciò che non ha forma. Il risultato non è consolazione, ma metamorfosi.
Hamnet racconta una storia che non cerca di spiegare ma di far percepire. Mette in scena una frattura: quella che la morte di un figlio apre nella psiche, nel corpo, nella relazione tra individui. Zhao non propone una biografia, ma un passaggio: tra vita e morte, tra amore e assenza, tra natura e parola. In questo spazio sospeso, lo spettatore è chiamato non a capire, ma a sentire. Come scrisse Shakespeare: “il resto è silenzio”.
Disclaimer
Questo testo è stato redatto sulla base di informazioni e note di regia condivise dalla produzione, supportate dalla visione di interviste e materiali promozionali, ma senza avere visto il film. In alcun modo, quindi, questa presentazione di Hamnet può essere intesa come una recensione o una critica cinematografica.
Filmografia
Hamnet - Nel nome del figlio
Biografico - Regno Unito 2025 - durata 125’
Titolo originale: Hamnet
Regia: Chloé Zhao
Con Paul Mescal, Jessie Buckley, Emily Watson, Joe Alwyn, David Wilmot, Freya Hannan-Mills
Al cinema: Uscita in Italia il 05/02/2026
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