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Killing Eve

4 stagioni - 33 episodi vedi scheda serie

Recensione

Stagione 2

  • 0-2019
  • 8 episodi

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mck

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Killing Eve

di mck
8 stelle

"I Love You?" - "No."

 


I Am Sex batte decisamente MI6: 
Villanelle: “Io costo parecchio.”
Eve: “Lo so.”
Villanelle: “Mi darai tutto quello che voglio.”
Eve: “Sì.”

 


Ma in fondo, e anche in superficie, e nella polpa, è amore: 
Eve: “You said you don't want anything, you don't like anything, that you're bored. Do you mean it?”
Villanelle: “Hm. I don't know.”
Eve: “You don't know if you're telling the truth or not?”
Villanelle: Not really.”
Eve: “You don't feel anything?”
Villanelle: “I feel things when I'm with you.”

 

https://66.media.tumblr.com/2a6136db1030350aa12a5ea3b399ac43/tumblr_prk2tiby281y504x2o1_1280.gif


Dove eravamo rimasti:

Dove siamo giunti:



Per questa seconda stagione [al cui cast di co-protagonisti composto da Fiona Shaw e Kim Bodnia, i puppet master, si aggiunge Henry Lloyd-Hughes, il deuterantagonista (gli altri sono "i Dodici")], composta sempre da 8 episodi [diretti da Damon Thomas (1,2,7,8), Lisa Brühlmann (3,4) e Francesca Gregorini 5,6)] da circa 40 minuti l'uno, Phoebe Waller-Bridge (FleaBag), la creatrice/showrunner/sceneggiatrice/prod.esec. [partendo dal sentiero tracciato dalla serie di romanzi di Luke Jennings e operando una semi/simil-metonimia da titolo a titolo, traslando da “CodeName: Villanelle” a “Killing Eve”: Oxana Vorontsova / Oksana Astankova rimane la (co-)protagonista, ma passa dall'esser titolo a farsi predicato verbale, consentendo ad Eve Polastri di affiancarsi a lei pur “relegandola” all'esser complemento predicativo del soggetto], lascia il testimone nelle mani di Emerald Fennell (attrice in “Call the MidWife” e scrittrice e regista del prossimo “Promising Young Woman”), che redige 6 ep. su 8 (alternandosi e collaborando con Freddy Siborn, Jeremy Dyson, Henrietta & Jessica Ashworth, e D.C.Moore) e che a sua volta, a serie già rinnovata, lo passerà a Suzanne Heathcote (“Fear the Walking Dead”: ?!?) per la futura terza annata.  

 

 

Attrici e autrice, da Sx a Dx: Sandra Oh (Eve), Jodie Comer (Villanelle/Oksana), Phoebe Waller-Bridge (Sacco di Pulci).

 


“Ti piace guardare o essere guardata?”, chiede il terzo incomodo (che gode), convitato di pietra, utile idiota, novello Benjamin Braddock. “Entrambi”, è la risposta di lei (una delle due).

 


È un continuo, reciproco rincorrersi, anticiparsi, scavalcarsi, collidere, “Killing Eve - 2”, che non solo conferma questo topos (solo il finale di stagione, in accelerando, è lievemente inferiore alla media qualitativa di serie), ma gioca al rialzo basando (quasi) tutto il suo essere/significare su tale principio e dispositivo, aizzandolo - con cognizione di causa - ad assumere la valenza di espediente portante.

 


Ci sono gli altri, e poi, ci sono loro due. 

 


Nel primo episodio Eve finisce per propria colpa coi piedi scalzi protetti solo da un paio di calzini in una pozza di piscio altrui in un gabinetto aeroportuale mentre Villanelle si trova costretta ad infilare i piedi nudi in due vissuti sanitarinfermierospedalieri zoccoli Crocs/Sholls altrui. 

 


Nel secondo, continua il calvario di Villanelle (profonda ferita da taglio a un fianco, setticemia e assenza di antibiotici, soffocamento), mentre Eve gioisce per l'entrata in scena di una sicaria professionista rivale/concorrente di Villanelle: “Una ragazza nuova? Villanelle diventerà una furia!”.

 


Mai come in questo caso, “bando” alle ciance, allora, e che fotoromanzo sia (per una serie che vive di corpi, di volti, e di interazioni a distanza - ravvicinata - tra gli uni e gli altri).

 


Dove eravamo rimasti.

 


Dove siamo arrivati.

 


“They look like bacon.” 

 


“The Corpses of the de Witt Brothers” (1672-1675) by Jan de Baen (1633-1702).

 


No, Silly Piggy, questo è Bacon.

 


Emozioni e reazioni contrastanti e complementari.

 

 

"The shoulder? The shoulder?! Eve...?! The shoulder?! The shoulder?!?!"

 


La Vie de Villanelle, o: “Killing Eve” mette fame (categoria porno: Girl Eating Food).

 

 

Deli...

 

 

...zioso.

 


Ma già alla seconda portata... [E ovviamente non è il cibo a stancarla, ma il gioco schiava/padrone instaurato(si) col "cattivo" (le virgolette sono in relazione al confonto con Villanelle) di stagione...]

 

 

"Most of the time, most days, I feel… nothing..."

 

 

"...I don’t feel anything. I’m just so bored."

 


Un po' di primi piani a caso con espressioni facciali a caso? No: pittogrammi (emoticon, emoji, kaomoji...). 

 


Quel che accadde nella Foresta di Dean. 

 

 

"You are..."

 

 

"...a monster!"

 

 

Abbassalingua umano non monouso.

 


Si diceva: (anche) questo è amore. 

 


- - - - - PLAYLIST - - - - -   
Premesso che a Villanelle piacciono i Roxette (oh beh, e a chi no, perdio?), il reparto musicale è da sturbo: UnLoved, Cigarettes After Sex, GoldFrapp, Betty Hutton, Blondie, the Delmonas, Bertrand Belin, Jane Weaver...  

 


Brunetta - “Baluba Shake” - 1966

Jacqueline Taïeb - “la Plus Belle Chanson (du Monde)” - 1967 (già utilizzata recentemente in “Russian Doll”)  

Paola Neri - “Non Voglio Più Rivederti” - 1968 

Dalida - “Va', tu sei libero” - 1969 

Ram(ases) & Sel(ket / Seleka) - “Screw (Love) You” - 1970 

Fabienne Delsol - “I'm Gonna Haunt You” - 2004 

Pyrit - “Heroes EveryThing” - 2017

UnLoved - “Sigh” - 2018

 

Dov'e quando ci hanno riportati / sono ritornate...

Finale pacificatamente climatico, retorico, cliffhangeroso, scontato, tensivo/catartico, molto bello, esplicitante (beh, quasi, ché davvero è semplicemnete la restituzione di una vendetta, non un atto terminale) il titolo di serie, bagnato da una luce radente sotto al termal-catacombale sole di Villa Adriana, Tivoli, che interpreta Roma: si entra in un portone dell'Urbe...

 

 

...e si sbuca fuori ben oltre il Grande Raccordo Anulare...  

 

 

Villanelle: “You love me?”
Eve: “No.”
Villanelle: “I love you...(?)...”
Eve: “No.”

 

Prima Stagione, 2018: * * * ½ (¾)

Seconda Stagione, 2019: (* * * ¾) * * * *    

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