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One Mississippi

2 stagioni - 12 episodi vedi scheda serie

Recensione

Stagione 2

  • 2017-2017
  • 6 episodi

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mck

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La recensione su One Mississippi

di mck
8 stelle

Un crogiolo di vite e - ché non sempre le due cose vanno di pari passo - vita.

 

One Mississippi”, stag. 2: “Aggressivamente positivo, come un atto divino”. La prima stagione sanciva il ritorno a casa. Questa, la successiva, quella casa la riempie di altre persone, che alle altre si uniscono. Nella terza probabilmente si sarebbe potuta godere un po' di felicità, ma Amazon - che ne ha consentito la nascita - ne ha cancellato la produzione - decretandone la morte prematura (poi chissà...). 


 

- “Sai, oggi giù al centro anziani stavamo ascoltando il tuo programma radiofonico e mi ha fatto ricordare di una volta, quand'ero ancora solo una ragazzina, al ballo delle debuttanti. Ballai quasi tutta la sera senza la mia scarpa destra perché non riuscivo più a trovarla. Poi ad un certo punto ho chiesto aiuto e ci siamo messi a cercarla e cercarla, e c'era questo giovanotto che mi teneva in braccio. Sai, così non avrei sporcato le calze.”
- “Certo...”
- “Beh, anche lui stava cercando di trovare la mia scarpa, ma per tutto il tempo muoveva la sua mano sul mio corpo. Sai, palpava i miei fianchi, e i lati del mio seno, e...stringeva il mio sedere. Ah-ah, oddio, beh... Alla fine trovammo la scarpa e mi mise subito giù. Fu davvero un'esperienza da Cenerentola!”
- “Sembra che fosse un vero principe!”
- “Oh beh...è accaduto molto tempo fa.” 

 

Anche solo per questo passaggio (un dialogo tra Beulah Lancaster - interpretata da Carol Mansell, già nella combriccola della casa di riposo in “Better Call Saul - 3” nel ruolo dell'amica/nemica di Irene, la vecchietta crudelmente sfruttata da Saul/Jimmy per il “suo” bene - e Tig Bavaro / Notaro) “One Mississippi” andrebbe trasmessa su Rai 1 in prima serata. 

 

 

La seconda stagione si prende qualche rivincita/soddisfazione coraggiosa in più - difficile immaginarlo, dopo ciò cui abbiamo assistito nell'annata precedente, eppur'è così -, tanto dal PdV prettamente politico (contenuto/sostanza) quanto da quello tecnico (stilistico/formale): i molti e diretti riferimenti alla presidenza Trump; la “violenta” scena all'accettazione/informazioni del pronto soccorso dell'ospedale privato cristiano, a dir poco quietamente disturbante; il creazionismo e la leggenda dei dinosauri (e, di sponda, il sistema scolastico U.S.A.), contro cui il documentario di finzione "Jurassic Park" nulla può; la condivisione del dolore col fratello, un sorprendente Noah Harpster, e la conseguente distruzione del di lui senso di colpa; tutta la parte sulla questione afroamericana affrontata da Bill, un meraviglioso John Rothman (“Rescue Me”, “Synecdoche, New York”, “Kings”), per amore/merito di Felicia, un'ottima Sheryl Lee Ralph (“E.R.”, “Ray Donovan”); il finale tronco del 2° ep., “InTo the Light”, con “Light of Love” dei Music Go Music che parte secca dopo lo stacco a nero che separa e incornicia le remore, le incertezze, le paure di Kate (Stephanie Allynne, bravissima) nei confronti di sé stessa, di Tig e del proprio amore (etero, omo, stright, wrong) verso quest'ultima.
Inoltre contiene, all'inizio del pilot e alla fine del 3°, dei/due momenti musical catartici come solo in “Mad Men” nell'ultima stagione.  

 

 

One Mississippi - 2”, sempre 6 episodi da 25' l'uno, qui diretti dalla stessa Tig Notaro (il pilot), Ken Kwapis, Wendey Stanzler e Minkie Spiro e scritti dalla coppia nella vita (vera) Tig Notaro & Stephanie Allynne (i primi due), Kate Robin, Cara Di Paolo e dalla new entry Zoe Jarman. Fotografia di Rhet Bear e musiche di Marcelo Zarvos. Rispetto alla prima stagione la canzone dei titoli di testa, il classicone “Jambalaya” di Hank Williams (“Son of a gun, we'll have big fun on the bayou!”), è eseguita da Courtney Marie Anderson. Comparsa (ep. 4°) di Dr. John, direttamente da New Orleans e “Treme”, al bancone del bar del locale in cui si esibisce Missi Pyle nei panni del personaggio fittizio della cantautrice Cassandra Knight. Mentre il finale di stagione (e di serie, purtroppo, almeno per ora) gioca “facile” con “Alive” di Sia. Chiudono il cast Beth Grant (la Jack del Crocodile Bar in “American Gods -1”), l'amica/compare/sodale di Beulah, Carly Jibson, Adora Dei, Angela Trimbur, etc...  

 

 

Metacinema/1 non appena il 4° ep. si sta letteralmente (ambientazione e dinamiche) trasformando in “the L Word”...stacco...e Kate è inq.ta da sola in casa a guardarsi un ep. di...”the L Word” (non saprei quale, uno in cui Shane si scopa qualcuno, perciò...uno a caso delle 6 stag.).
Metacinema/2: il 5° ep. (bellissimo il finale che termina una volta tanto su Kate e non su Tig: ma la serie riesce sempre ad essere genuinamente commovente, sfruttando varie metodologie, tutte lecite) mette in scena la vicenda di (ehm...auto)molestie sessuali (masturbazione imposta) che ha per protagonista Louis C.K., uno dei produttori esecutivi della serie e fan della prima ora di Tig Notaro (la quale sapendo, fece).  

 

 

Le linee narrative poi convergono tutte verso il finale di stagione, nessuna esclusa: da una parte Kate, che prima riteneva che cose come farsi annusare tra le gambe dal professore di ginnastica nello spogliatoio e toccare le tette in ogni occasione fossero cose normali che accadono a tutte (a tutte no, ma a troppe si), e dall'altra Tig, che si destreggia tra altri ricordi adolescenziali (Steve, il quarantenne scapolo che NON l'ha violentata né molestata) e il presente, e tra di loro il resto delle caratterizzazioni, in un crogiolo di vite e - ché non sempre le due cose vanno di pari passo - vita.

 

* * * * (¼)   

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