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Il semaforo - Numero 7
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Il semaforo nasce come momento di pura evasione. Non c’è critica né approfondimento ma solo la sana e consapevole libidine di ciarlare del nulla, di sfogarsi di seguito ad un’intensa settimana cinematografica fatta di uscite in sala, film in televisione, dichiarazioni sui giornali ed inevitabili polemiche. Ogni fine settimana film o personaggi saranno presi di mira o premiati per qualcosa che li riguarda. Il meccanismo è semplice: tre semafori rossi per qualcosa da bocciare, tre gialli per qualcosa che ci ha lasciati perplessi e tre verdi per qualcosa da premiare. In più, ai semafori potrebbero aggiungersi anche due pass speciali, uno positivo chiamato All Access e uno negativo denominato No Entry, concessi in via del tutto eccezionale a chi si è distinto notevolmente per un verso o per l’altro. Nello spazio commenti, chiunque può contribuire a dire la sua durante l’arco della settimana e vedere il weekend successivo la propria osservazione passare sotto i riflettori per un confronto più ampio.

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Mommy: In una recente playlist redazionale dedicata ai film in Concorso al Festival di Cannes ci auguravamo che qualche distributore italiano decidesse di sdoganare finalmente anche nel nostro Paeseil cinema del giovane prodigio canadese Xavier Dolan. Le nostre preghiere sono state ascoltate e Mommy, in odor di premi al festival, ha trovato una distribuzione tricolore: uscirà in autunno per Good Films. Curioso dirlo ma grazie famiglia Elkann.

 

Synecdoche, New York: La Bim Distribuzione aveva acquistato il film di Charlie Kaufman anni fa ma è rimasto chiuso nel famoso cassetto che tutto divora per un’eternità. Ora, complice un omaggio che il prossimo Festival di Taormina dedica all’attore Philip Seymour Hoffman, l’opera – ufficialmente considerata bella ma dispersa – arriva nelle nostre sale. Sei gli anni di ritardo e di attesa ma meglio tardi che mai: l’uscita è fissata per fine giugno (bisogna ancora capire se il 19 o il 26).

 

Maps to the Stars: Uno dei temi dell’ultimo controverso film del maestro David Cronenberg ha come tema la celebrità e come questa divori le star, soprattutto in giovane età. E proprio al recente Festival di Cannes, durante la conferenza stampa dell’opera, Robert Pattinson – uno dei protagonisti – non ha esitato a raccontare il suo rapporto con la fama e le sue frustrazioni in seguito al successo planetario arrivatogli fin troppo presto con la saga Twilight. Quando si dice “cinema terapeutico”: sembra comunque che Pattinson abbia ormai superato ogni sua incertezza e che abbia deciso di legare il suo futuro a quello del cinema d’autore. Dopo i due Cronenberg, all’orizzonte lo aspetta il nuovo progetto (gangster) di Olivier Assayas.

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Timbuktu: L’opera del mauritano Abderrahmane Sissako, proposta in concorso a Cannes, ha trovato un acquirente italiano. Si tratta della Academy Two, che in tempo di mercati e grandi festival si dà sempre un bel gran da fare. Il problema però sorge nel cercare in sala i titoli acquistati: alzi la mano chi di voi ha mai visto al cinema Meek’s Cutoff, Hotel Lux, la trilogia Paradise di Seidl o Il grande quaderno, tutti titoli Academy Two (ex Archibald Distribuzione). Non sarebbe meglio evitare promesse poi puntualmente disattese?

 

Jimmy's Hall: Ken Loach aveva dichiarato durante la lavorazione del suo ultimo lungometraggio di aver deciso di smetterla con il cinema. Pagine e pagine di giornali furono dedicate alla questione ma da Cannes, dove Jimmy’s Hall è stato accolto con successo, il regista inglese ci fa sapere che si trattava solo di uno sfogo temporaneo (dovuto alle difficoltà produttive di quel momento) e di avere “forse” un nuovo progetto tra le mani. Ken, capiamo lo sfogo ma non sarebbe meglio pensarci due volte prima di farci strappare le vesti?

 

Cam Girl: L’opera seconda di Mirca Viola (la famosa Miss Italia, che nel 1987 dovette cedere il suo scettro perché già mamma) è arrivata nelle sale, presentando il solito problema del cinema italiano: come definirla? Commedia o dramma? Oltre ai limiti di una storia che non si sa dove vuol andare a parare, qualche ulteriore dubbio sulle buone intenzioni sorge da un cast tutto al femminile e procace: che sia tornata di moda l’abitudine di usare il corpo delle donne come specchietto per le allodole? La domanda è lecita: basti pensare che a breve arriveranno Pane e burlesque e Ragazze a mano armata.

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Poliziotto in prova: Arrivata in sala lo scorso 22 maggio, la commedia Poliziotto in prova è una delle prime vittime dei “saldi cinematografici”, che pescano nei magazzini e mandano allo sbaraglio le opere. Chi di voi ne ha visto il trailer italiano? Chi la locandina (al di là di quelle esposte davanti ai multisala)? Nonostante ne siano state distribuite oltre 100 copie, ci si chiede che incasso aspettarsi quando nessuno sa cosa ha davanti.

 

Le meraviglie: In concorso al Festival di Cannes, la seconda regia di Alice Rohrwacher è arrivata nelle sale preceduta da pomposi comunicati stampa che vantavano 12 minuti di applausi a Cannes. Chi ha studiato le strategie di promozione del film ha però dimenticato di dire che tali applausi (ma poi chi li cronometra?) erano quelli della proiezioni di gala e non quelli della proiezione stampa. Sapete ad esempio che, a parte l’eccezione di Le monde, la stampa francese ha massacrato l’opera e che Variety si è chiesto cosa ci facesse in concorso?

 

Batman v Superman: Sono partite in Usa le riprese del sequel di L’uomo d’acciaio, nel quale vedremo l’incontro storico tra Batman, interpretato da Ben Affleck (sic!) e Superman. Comunicato il via e il cast, diffuse le prime tre immagini promozionali e attesa alle stelle. Tuttavia, c’è ancora un piccolo particolare di non poco conto: manca la trama. Nessuno straccio di sinossi, breve o lunga che vogliamo.

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Goodbye to Language: Prima la trama astrusa. Poi il pressbook pieno di nudi, cani e citazioni. E, dopo aver disertato il festival di Cannes, le dichiarazioni nei confronti di Quentin Tarantino, giudicato senza mezzi termini “un poveraccio, un furbo”. Bentornato Jean-Luc Godard! Come darti torto?

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X-Men: Giorni di un futuro passato: Non ce ne vogliano gli amanti del genere. Non ce ne voglia il cast e nemmeno gli sceneggiatori. Ma era necessario far uscire ora il film in sala? La domanda si pone di fronte alle notizie di cronaca che hanno recentemente investito il regista Bryan Singer, accusato di stupro e ai danni di un minorenne. Considerando che il target di riferimento dell’opera conta soprattutto su adolescenti, non era il caso di essere più oculati e capire prima come sarebbe finita la questione Singer? Del resto, non sarebbe la prima volta che un blockbuster viene rimandato a poche settimane dall’uscita (300: L’alba di un nuovo impero o G.I. Joe 2 insegnano).

 

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