Espandi menu
cerca
In una estate problematica ho visto solo sei film: vecchi ma per me quasi nuovi.
di cherubino ultimo aggiornamento
Playlist
creata il 6 film
Segui Playlist Stai seguendo questa playlist.   Non seguire più

L'autore

cherubino

cherubino

Iscritto dal 2 febbraio 2015 Vai al suo profilo
  • Seguaci 191
  • Post 80
  • Recensioni 467
  • Playlist 158
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
In una estate problematica ho visto solo sei film: vecchi ma per me quasi nuovi.

Playlist film

Due cuori, una cappella

  • Commedia
  • Italia
  • durata 105'

Regia di Maurizio Lucidi

Con Renato Pozzetto, Agostina Belli, Aldo Maccione, Leopoldo Trieste, Giusi Raspani Dandolo

Due cuori, una cappella

In streaming su Rai Play

vedi tutti

 

1

 

Ci sono i film da vedere assolutamente e forse non molti di questi sono interpretati da Renato Pozzetto. E però quasi tutti sono da rivedere: sempre piacevolmente, anche più volte. I primi poi (questo fu il quinto) sono una garanzia perché la vena surreale è più marcata rispetto ai successivi.

 

soggettone film DUE CUORI UNA CAPPELLA Agostina Belli Renato Pozzetto 1975  | eBay

 

La recensione di sasso67 (27.8.2013):  

" Film dalla trama surrettizia e totalmente finalizzata a permettere a Renato Pozzetto, nel periodo migliore della propria carriera, di abbandonarsi ai suoi sproloqui surreali, totalmente slegati dalla realtà di quanto si sta svolgendo sullo schermo, da risultare spesso irresistibilmente esilaranti.

Uno dei film migliori di Maurizio Lucidi, un regista che di suo solito non andava tanto, non così tanto, per il sottile, cinematograficamente parlando.

Ricordo di avere visto Due cuori una cappella per la prima volta ai tempi del liceo e di avere trascorso la mattina successiva a scuola rimpallando con il mio compagno di banco il tormentone «è analogo!», ripetuto da Pozzetto. "

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Il dubbio

  • Giallo
  • USA, Gran Bretagna
  • durata 100'

Titolo originale The Naked Edge

Regia di Michael Anderson

Con Gary Cooper, Deborah Kerr, Eric Portman, Diane Cilento

Il dubbio

 

4

 

Nell’aprile 1961 il mio carissimo Gary ricevette un Oscar alla carriera, poche settimane prima di lasciarci, “per le sue numerose memorabili interpretazioni”. Ebbene, fu memorabile anche in questo suo ultimo film (in un ruolo per lui inconsueto) che non fece in tempo a vedere. Si sarebbe piaciuto, ne sono certo.

 

 

La recensione di Baliverna (15.1.2019):
" Dopo un contrastato processo che ha assolto il marito dall'accusa di furto e omicidio, una moglie inizia a sospettare della giustezza della sentenza, e sprofonda a poco a poco nell'angoscia.

Dopo un avvio un po' incerto – il regista non è a suo agio coi processi – il film prende quota, fino ad un finale che non delude affatto. Il modello Hitchcock è evidente, ma pure la pellicola non ne è una scopiazzatura.

Buona parte del merito va a quel grande attore che fu Gary Cooper, sull'interpretazione del quale si gioca il sapore e l'effetto del film. Cooper, infatti, riesce a dar corpo ad un personaggio ambiguo e indecifrabile, un po' come era stato Cary Grant ne “Il sospetto” del già citato maestro. Il resto lo fanno il regista e la sceneggiatura, che mostrano e non mostrano quanto opportuno.

Debora Kerr dà la solita interpretazione convincente, anche perché l'attrice era a suo agio con ruoli di donna tormentata, lacerata e sofferente.

Il regista, oltre che a dirigere gli attori, ci offre alcune interessanti soluzioni di regia, come certe inquadrature ben studiate: ad es. le riprese con la cinepresa immersa nella vasca da bagno e l'inquadratura di Deborah Kerr davanti allo specchio a tre ante.

Non sarà un film perfetto, ma è un giallo che non delude, costruito sugli eterni temi del dubbio, del sospetto, dell'innocenza e della colpevolezza.

Va anche detto che, sebbene sia inferiore a “Il sospetto” di Hitchcock, ha un finale plausibile che non stona. E ciò a differenza del modello, che soffre di un finale cucito sopra come una pezza scompagnata, che non ha mai cessato d'infastidirmi. Questo finale, invece, riesce ad apparire perfettamente credibile e coerente con il resto del film, il che non è poco. "

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

L'uomo del Sud

  • Drammatico
  • USA
  • durata 92'

Titolo originale The Southerner

Regia di Jean Renoir

Con Zachary Scott, Betty Field, Beulah Bondi, J. Carrol Naish

L'uomo del Sud

In streaming su Plex

vedi tutti

 

5

 

È uno di quei film in cui ci si innamora dei personaggi e il primo a farlo sembra proprio il regista europeo Jean Renoir che qui si cala con empatia nel “piccolo mondo antico” dell’Ottocento del West realizzando così il migliore dei suoi sei film girati in America. Zachary Scott e Betty Field interpreti eccezionalmente bravi, adorabili.

 

 

Estratto dalla recensione di Antisistema (18.2.2020): 

 

" .... Con l'uomo del sud, Renoir gira un dramma naturalistico, dove mette a confronto la famiglia Tucker con l'asperità della natura, la fatica ed il duro lavoro, dove non mancano i contrasti con i vicini, i quali contribuiscono a rendere la sfida del protagonista Sam Tucker (Zachary Scott), una lotta titanica nella speranza di poter ottenere un eccellente raccolto di cotone che gli consentirebbe di pagare l'affitto del podere e di divenirne un giorno proprietario costruendo una propria fattoria. Sam è uno scommettitore che mette in bilico il suo avvenire e quello dei propri familiari, facendo affidamento sulle proprie braccia, a scapito del suo alter "ego" Tim, che preferisce lavorare in città con uno stipendio sicuro in una fabbrica.  

Una parabola del self made man tipica della cinematografia americana, un raccoglitore di cotone che con la sua famiglia, da dipendente tenta una scalata sociale per realizzare il suo sogno di diventare un piccolo proprietario terriero.  

....Non mancheranno le sventure tipiche dei film del genere; malattie, ristrettezze economiche, avversità della natura e un'ostilità forte da parte dei vicini; in effetti il tratto più Renoiriano e meno americano, è il ritratto gretto e rancoroso della piccola borghesia contadina del sud degli Stati Uniti. Il vicino Denvers, indurito dai molti sacrifici fatti per ottenere la sua misera fattoria, invece di sviluppare dei valori di solidarietà dettati dal suo triste passato, sviluppa un carattere scontroso e invidioso verso coloro che come Sam credono nella scalata sociale, volendo emanciparsi dalla loro condizione di lavoratore dipendente diventando infine proprietario.

... Contraddittorio rispetto ai film precedenti del regista come Il Delitto del Signor Lange (1935) in cui si scagliava contro la proprietà privata ed i padroni, mostrandosi a favore del sistema della cooperativa, arrivando qui a glorificare Sam che vuole diventare proprietario, ci si trova comunque innanzi ad un ottimo film, di cui si segnala anche la presenza di Robert Aldrich come aiuto regista ed ennesimo cineasta formatosi alla "scuola Renoir" come Visconti prima di lui, un buon successo ai botteghini e presso la critica, prima di ritornare in Francia di lì a qualche anno. "

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

L'allegro fantasma

  • Commedia
  • Italia
  • durata 85'

Regia di Amleto Palermi

Con Totò, Luigi Pavese, Paolo Stoppa, Franco Coop, Amelia Chellini, Isa Bellini

L'allegro fantasma

In streaming su Amazon Video

 

6

 

Poco più di un’ora che ho trascorso piacevolmente. È il quarto film di Totò ed il primo in cui ricopre diversi personaggi (tre gemelli frutto della relazione tra un benestante Pantaleo e una cavallerizza che diventano eredi aggiuntivi): caratteri diversi ben resi da Totò. E canticchia pure, col Trio Primavera (noto solo ai fidanzati del 1941).

 

 

La recensione di mm40 (7.11.2009):

" Totò si fa in tre per questa commediuccia leggera leggera, di poche pretese, ma innegabilmente dotata di buon gusto e delicatezza, tutta roba che, quasi settanta anni dopo, fa sembrare il 1941 preistoria. Per essere uno dei suoi primi ruoli cinematografici, il comico napoletano è già piuttosto svezzato davanti alla macchina da presa e ci propone tutta una serie di gag mimiche tipiche del suo repertorio; si riproporrà in un ruolo simile, con vari cambi di identità, qualche anno dopo in Totò Diabolicus.

Sulla trama: Un'eredità viene spartita fra tre fratelli gemelli; rintracciati, i tre sono un musicista in erba, un vagabondo ed un artistucolo da circo. E sono straordinariamente identici... "

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Menzogna

  • Drammatico
  • Italia
  • durata 90'

Regia di Ubaldo Maria Del Colle

Con Yvonne Sanson, Alberto Farnese, Irene Galter, Emma Baron

Menzogna

In streaming su Apple TV

vedi tutti

 

3

 

Ubaldo Maria Del Colle (nato nel 1883) era stato qualcuno nel cinema muto poi aveva abbandonato a fine anni venti. Tanto tempo dopo (1952) girò questo unico film sonoro: un mélo all’altezza di Mararazzo! Da vedere, dei suoi film muti, almeno I FIGLI DI NESSUNO del ‘21. Ancor più (ma impossibile) I PROMESSI SPOSI del ‘13.

 

Menzogna (film 1952) - Wikipedia

 

" Una squadra agguerrita per un genere che aveva dato i suoi risultati con un regista come Matarazzo, quindi la Titanus affondava il pedale per raggiungere i risultati economici che in quel momento poteva ottenere. Qui si prende una parte della coppia Sanson Nazzari, scegliendo lei, che è sempre una sicurezza per il genere, sia per la presenza che per la sicurezza con cui si proponeva anche nelle situazioni più impossibili, drammaticamente parlando. La storiella è quella che è e sceneggiatori e scrittore ci mettono del loro per raggiungere gli standard sicuri, il regista è un vecchio mestierante che viene dal cinema muto, dove aveva sempre affrontato argomenti melodrammatici. Si nota una certa cura nella fotografia, che è di un certo di valore nelle riprese del mare e dell'isola, e come spesso è successo in questo tipo di film popolare viene affiancata una canzone napoletana, cantata da Roberto Murolo. "

(la recensione di emmepi8 del 9.4.2011)

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Luna di miele in tre

  • Commedia
  • Italia
  • durata 96'

Regia di Carlo Vanzina

Con Renato Pozzetto, Stefania Casini, Vincent Gardenia, Felice Andreasi, Harry Reems

Luna di miele in tre

In streaming su Apple TV

vedi tutti

 

 2

 

 

A me Pozzetto piace e ho un debole per i suoi primi film, quelli ante 1980, che rivedo sempre volentieri. Questo non lo conoscevo e lo considero il peggiore. L’esordio alla regia di Carlo Vanzina fu prematuro tant’è che il secondo seguì solo 2 o 3 anni dopo. E ne passarono 15 per dirigere ancora Renato (Piedi piatti, con Montesano, buono).

 

Questo mio commento è in linea con la recensione di daniele64 del 4.1.2018 che si conclude così:

".... un'insulsa commedia degli equivoci con troppe volgarità eccessive e battute stereotipate sui gay.  Ogni tanto strappa qualche risata, soprattutto per qualche battuta stralunata e surreale, ma tutto sommato non è un granché. "

 

Luna Di Miele In Tre - Cineraglio

 

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No
Ti è stata utile questa playlist? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati