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Io sto con Emergency - contro il rapimento squadrista dei tre cooperanti in Afghanistan
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Io sto con Emergency - contro il rapimento squadrista dei tre cooperanti in Afghanistan

http://www.agi.it/news/notizie/201004141748-cro-rt10266-emergency_frattini_non_possiamo_fare_noi_il_processo

http://www.ilgiornale.it/esteri/lo_strano_ruolo_emergency_mio_rapimento_afghanistan/14-04-2010/articolo-id=437382-page=0-comments=1

http://www.polisblog.it/post/7418/afghanistan-gli-italiani-di-emergency-hanno-confessato-o-forse-no

Siamo vicinissimi al limite.
Fino ad ora la negazione dei diritti umani basilari, la violazione delle garanzie giuridiche sovranazionali, l'ostilità verso movimenti di pensiero veicolatori di messaggi pacifisti, erano atteggiamenti certo diffusi, ma non si era mai arrivati a tanto. Non si era mai arrivati ad assaltare un presidio umanitario (e neutrale rispetto alle parti in conflitto), ma soprattutto non si era mai arrivati a dover registrare un sostanziale 'placet' istituzionale su questo tipo di contegno.

Si spara sulla croce rossa insomma, in senso letterale. E chi dovrebbe opporsi, attivare le garanzie procedurali minime, tutelare i più elementari diritti civili degli aggrediti senza causa, tace, o addirittura insinua vilmente l'eventualità che sì, tra quei volontari in zona di guerra, tra quegli uomini che hanno rinunciato a tutto pur di dar cura ed assistenza ad altri esseri umani, possono annidarsi dei terroristi.
E mentre un ministro tecnicamente impreparato, comunicativamente pagliaccesco ed eticamente indifendibile farfuglia a pappagallo due frasette cerchiobottiste sulla "necessità di chiarire le responsabilità", i panzer della disinformazione di regìme si scatenano, affondando le proprie sporche fauci in una melma troppo ghiotta per non essere Loro, in un magma di insinuazioni, accuse buttate lì nascondendo la mano (com'è nello stile dei fascisti comunicativi di oggi, leggasi Feltri Vittorio, Sallusti Alessandro, Minzolini Augusto, Belpietro Maurizio & degna consorteria) e ponziopilatesche dichiarazioni di circostanza sulle sterili interlocuzioni dei rappresentanti diplomatici.

Poco conta la verità.
Poco conta il fatto che da un lato vi sia chi dedica la propria intera esistenza, mettendola giornalmente a rischio, alla preservazione dell' ALTRUI esistenza, mentre dall'altro,dal lato dei pubblici accusatori, vi sia una laida marmaglia di tagliagole, militari (che non è, poi, sinonimo di assassini?), servizi segreti deviati, signori della guerra, faccendieri dìogni rango ed etnìa, politicanti corrotti e insinceri, relativi scendiletto improvvisatisi - loro, bovari illetterati - strilloni di palazzo ed affidabilissimi yes-men acquistabili all'ingrosso di legislatura in legislatura per due tozzi di pane, tre squillo, una tessera di partito e la pattumiera degli avanzi di Villa Certosa.

La feccia del mondo che si permette l'ardimento di metter sotto accusa la parte più pura di esso.
Mai era accaduto con tale, esemplare, nitore. Con tale spudorata violenza. Con un simile, ostentato poichè Concesso, dispregio per l'umano decoro e per qualsivoglia residuo principio d'onestà intellettuale, oltre che di legalità.

Questo è L'ARBITRIO che si fa forma e contenuto, metodo e sostanza, istituzione e programma politico e sociale.
Che si fa Egemonìa.
Verrebbe da aggiungere 'culturale', ma proprio non ce la faccio.
Gramsci non merita un simile affronto.

"Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
e io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c’era rimasto nessuno a protestare."

(Versione di Bertold Brecht di un testo di Martin Niemoller, pastore protestante ed ex attivista hitleriano)

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