I giornalisti svolgono il loro compitino di cronisti politici tutti i santi giorni, la scuola cerca (o meglio cercava) di insegnare le origini dei pensieri politici più diffusi, i mestieranti della politica si affannano a mostrarsi sempre pronti ad assecondare le richieste di noi cittadini... ma la sapete una cosa? Sulla politica e le sue regole ho imparato molto di più da spettatrice, guardando film di fattura e provenienza diversa, riletture degli stessi fatti da parte di occhi diversi. Al di là delle convinzioni politiche e della condivisione o meno delle teorie esposte, quelli che seguono sono stati i miei "testi" di riferimento, fonti inesauribili di riflessioni e lenti di ingrandimento ideali per stanare le distorsioni della politica attuale.
Tanti gli argomenti di questo thriller politico che saltano agli occhi per sorprendente attualità; la storia è quella di un eroe della Guerra del Golfo e della sua ascesa fino alla candidatura alla vicepresidenza degli Stati Uniti. La madre è un'intrigante e perfida Meryl Streep, e l'eroe in questione è un ottimo Liev Schreiber. Il film tratta delle sconcertanti manipolazioni mentali praticate alla ricerca del potere, del rapporto malato tra il mondo finanziario, rappresentato dal fondo monetario Manchurian, e quello politico. Si tratta di un film assolutamente da vedere, anche per la singolare scelta di Demme di rappresentare in modo originale e personale episodi onirici e confusi, frutto delle "revisioni storiche" operate sui reduci di guerra, a danno della conapevolezza della popolazione.
"Ho la coscienza di essere di statura media, ma se mi giro attorno non vedo giganti": ecco forse un esaustivo compendio di quello che io considero davvero un capolavoro nel panorama italiano. Prima di tutto ho imparato molto sulla storia raccontata, che conoscevo vagamente lo ammetto. Ma soprattutto ho avuto la gattopardesca sensazione che non ci fosse poi più di tanto da capire, perchè i giornali di oggi ci dicono cose molto simili. Toni Servillo non è solo Giulio Andreotti, è il prototipo del politico italiano, talvolta dotato di qualche buona dote, ma incapace di usarla a beneficio del popolo. Un film potente, splendido da vedere, divertente e struggente, ironico e deprimente, una piccola opera d'arte.
Definirei questo film un saggio divulgativo di "politichese", perchè davvero riesce a coniugare la dimensione seria con la leggerezza e il divertimento. Gli interpreti e il regista sono ottimi nel raccontare la storia di questo deputato, mostrandolo non come un corrotto odioso, ma come un uomo che quasi per caso ha tenuto alto il nome della sua patria, durante la guerra fredda, riuscendo ad ottenere fondi insperati per la resistenza afghana da una strampalata alleanza internazionale. Questo film mi ha insegnato che la politica è spesso improvvisazione e assenza di competenza, ma non per questo sempre e comunque disonestà. Il finale prende per mano lo spettatore, perchè anche da lui qualcosa nel futuro potrebbe cambiare.
Un altro film sulla politica estera americana, questa volta esplicitamente criticata dal regista Redford e contrapposta al valore dei singoli individui che fanno la storia non da dietro un'elegante poltrona di pelle, ma sul campo. Tre piani si incrociano e come un prisma riflettono aspetti diversi del mondo politico, tutti comunque frutto della stessa luce. Indimenticabili i duelli verbali tra la Streep e un finalmente bravo Tom Cruise, che fanno riflettere a tal punto da non sapere quasi più da che parte stia la ragione: come dire, le parole possono presentare in mille modi la stessa realtà, impara a leggerle correttamente.
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