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Un tranquillo weekend di paura

Regia di John Boorman vedi scheda film

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La recensione su Un tranquillo weekend di paura

di tafo
8 stelle

La paura del titolo (nella traduzione italiana) è prima di tutto paura di non vedere più paesaggi incontaminati dalla civiltà. La voglia di percorrere per l'ultima volta il fiume ,che di li a poco diventerà un lago, è più forte della paura di non sapere come affrontare la natura nel suo aspetto più oscuro e appunto ... naturale. A questo si aggiunge la paura borghese delle conseguenze di un omicidio per cui si occulta il cadavere senza riuscire ad occultare la paura che resta nelle coscienze dei quattro. Uno si suicida nel fiume, uno si rompe la gamba, uno uccide un altro montanaro senza essere sicuro che sia il compare di quello che ha violentato il quarto.
Il sottotitolo del film dovrebbe essere " ecco come persone normalmente impaurite reagiscono in una situazione anormale". La scena migliore del film è il duello chitarra-banjo iniziale che ci introduce nel film in modo leggero. lo doveva girare Peckinpah,  e la scena della violenza sessuale sarà piaciuta a Tarantino, però l'accostamento che mi viene da fare è quello con Hitchcock per i sensi di colpa dei quattro, il che lo rende anche un film psicologico. Un film che ci svela il vero volto della natura e ci spiega il meccanismo della paura nella mente di persone borghesi.   

Sulla colonna sonora

ottima

Su Jon Voight

non prova nemmeno a fare il rambo anche se alla fine riesce a restare quasi lucido fino alla fine.

Su Burt Reynolds

un rambo ante-litteram in fondo  anche lui affronta la natura come una persona normale.

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