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Distretto 13: le brigate della morte

Regia di John Carpenter vedi scheda film

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La recensione su Distretto 13: le brigate della morte

di marcopolo30
9 stelle

Un giovane e ispiratissimo John Carpenter scrive e dirige (e compone la colonna sonora, e monta) una sorta di western urbano pregno di intrinseca brutalità. È un chiaro omaggio a “Un dollaro d'onore” di Hawks ma non è certo un banale copia e incolla. VOTO: 9

Nel 1976 John Carpenter aveva 26 anni, un solo titolo nel CV (“Dark Star”), capitali limitatissimi (si parla di 100.000 dollari) ma idee da vendere. È da questi presupposti che nasce “Distretto 13: le brigate della morte”, sorta di western urbano chiaramente ispirato al classico “Un dollaro d'onore” di Howard Hawks, uno dei film preferiti da Carpenter, per sua stessa ammissione. Ambientato nel pericolosissimo ghetto di Los Angeles “Anderson”, il film ha luogo quasi interamente in un distretto di polizia destinato ad essere dismesso il giorno seguente, e perciò praticamente sguarnito. Il tenente Ethan Bishop (Austin Stoker) dovrebbe vigilare su tale ultima, comatosa notte, prima della chiusura definitiva, ma le cose prendono tutt'altra piega, prima con l'arrivo di un autobus della prigione contenente tre pericolosi criminali, quindi con l'assalto dei temibili "Street Thunder", la gang più letale della città, in cerca di vendetta per la morte di alcuni suoi membri. L'influenza di “Un dollaro d'onore” è evidente proprio nel setting: una stazione di polizia sorvegliata da pochissimi uomini attaccata da soverchianti forze nemiche. Il film contiene momenti di rara brutalità, non nel senso gore del termine -per fortuna- ma proprio nel senso più intrinseco di tale espressione, con i membri della gang visti come esseri deumanizzati, assolutamente privi di sentimenti, e scene che restano a tutt'oggi un pugno nello stomaco, vedasi ad esempio l'assassinio della bimba. E il fatto che gli “Street Thunder” non facciano uso di dialoghi non fa altro che rafforzare tale sensazione. Da notare che oltre a dirigere Carpenter è qui anche autore della scenggiatura, delle musiche e del montaggio. Per quel che riguarda le interpretazioni di un cast davvero poco noto (ma d'altronde con un budget del genere...), ottimo Austin Stoker come novello John Wayne, e Darwin Joston perfettamente in parte nei panni del pericoloso detenuto Napoleon Wilson. Non meno brava Laurie Zimmer come protagonista femminile. Curiosamente, nessuno dei tre avrà poi una carriera attoriale degna di menzione.

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