Regia di Luis Garcia Berlanga vedi scheda film
Black Comedy ispana anni '60 capace di mettere intelligentemente alla berlina la pena di morte. Dirige il sempre arguto regista valenciano Luis Garcia Berlanga, ma protagonista è il nostro Nino Manfredi. VOTO: 8
Il valenciano Luís Garcia Berlanga è unanimemente considerato, a fianco di Juan Antonio Bardem (con cui ha più volte collaborato nel corso della carriera), il principale regista/sceneggiatore della Spagna franchista post-guerra. Certo la Spagna di quel periodo contava tra le sue fila un certo Luis Buñuel, ma questi lavorando in Messico e Francia aveva le mani libere, cosa che non accadeva ai suoi colleghi di stanza nella patria Iberia. La caratteristica che rende il suo cinema facilmente riconoscibile è un omnipresente senso ironico che rende alla perfezione quella satira socio-politica, suo evidente obiettivo. In questo “La ballata del boia”, concretamente, mette alla berlina la pena di morte, cosa che sotto regime dittatoriale, anno 1963, già richiede di suo due palle grosse come cocomeri, ma lo fa indirettamente, ridicolizzando cioè l'attitudine pavida e opportunista dei due protagonisti, non la pena di morte in se né le autorità che la promuovono (e applicano con generosità). E questo è un semplice colpo di genio che infatti fece passare indenne al suo film il controllo censorio. Attore protagonista di questa storia spagnola al 200% non è però un autoctono, ma bensì il nostro Nino Manfredi, immenso anche quando gioca in trasferta. Il vecchio boia è invece interpretato da José Isbert, attore estremamente popolare nel cinema spagnolo di quel periodo. Nel complesso siamo di fronte a quello che oggi definiremmo una black comedy, con una storia sapientemente raccontata e che sebbene presenti qualche momento di stanca chiude in un crescendo davvero memorabile.
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