Regia di Richard C. Sarafian vedi scheda film
Una donna, in fuga dal marito ricco ma prepotente, rimane coinvolta in un assalto al treno. Il marito insegue lei, lo sceriffo insegue i rapinatori che l’hanno presa in ostaggio. Poi, a poco a poco, viene fuori il passato del capobanda: una moglie indiana (la Gatta Danzante del titolo), una condanna detentiva per aver ucciso lei e l’uomo che l’aveva violentata (ma senza colpa da parte della donna), due bambini cresciuti nella tribù della moglie e che ora lui vorrebbe recuperare. La storia rischia di ripetersi, ma questa volta l’esito sarà diverso. Gran bel western crepuscolare e revisionista, si inserisce degnamente nel filone di Piccolo grande uomo, Soldato blu e Corvo Rosso non avrai il mio scalpo. Burt Reynolds è adattissimo al ruolo di bel tenebroso costretto alla violenza ma sostanzialmente giusto; menzione speciale per l’inglese Sarah Miles, che all’inizio si trova spaesata in un mondo così diverso da quello che conosce (la sua prima apparizione, con cappellino e parasole in mezzo al deserto, è quasi surreale), poi impara a capire le ragioni del suo carceriere: uno schema che verrà ripetuto da Milius in Il vento e il leone due anni dopo.
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