Regia di Jean-Pierre Melville vedi scheda film
L'esistenza è come un "gioco di specchi",un oblo' nel quale riflettersi,mettersi in gioco ed (auto)annullarsi.
Monsieur Melville ne "Lo spione" fa specchiare i suoi (anti)"eroi",ce li mostra all'inizio e alla fine,con Maurice (Reggiani) che guardandosi vede il suo volto in "Frantumi",e con Silien (Belmondo) che nel finale vede il suo viso "incorniciato" di esizialita'.
Atmosfere cupe,d'un urbanismo duro e crepuscolare fanno parte di questo robusto noir,Melville costruisce luoghi e situazioni a lui tanto cari.Pezzi di letteratura "Hard boiled" dove l'emblema della vita è legata ai frammenti di esistenza,proprio come uno specchio frantumato.
Maurice e Silien sono due di quei frammenti,il resto è parte del gioco,un infinitesimo nell'universo in cui comanda un fato da cui non ci si sottrae.
Un "gioco" di rapine andate a male,delazioni e spiate che danzano col senso dell'amicizia virile,del suo stare al mondo in combutta con la tragedia.
Melville serve una vigorosa telecamera ad ampio raggio,che indaga,spia e scruta le sue figure.Personaggi romanzeschi,d'una letteratura sfacciatamente noir,riposta in appartamenti fatiscenti ed esterni bui e nebulosi.
Maurice e Silien,al "volto" di Reggiani e Belmondo,incisivi e magnetici,dotati d'un carisma d'altri tempi.Maurice è il bandito duro e puro,dal viso scafato dal destino avverso.Silien è l'immagine "iconica" del bandito raffinato ed elegante,scaltro e brutale nei metodi,con l'immancabile impermeabile e le "Doulos" (titolo originale) perennemente calato sul capo.
Due esistenze e due destini scritti dalla legge della giungla urbana.Melville offre un ampia gamma d'interpretazioni e riflessioni,nulla è scontato in questa opera,tutto è imprevedibile,nascosto tra le pieghe d'una vigorosa fotografia in bianco/nero,dotata di suggestive "ombre" e "chiaro scuri" che segnano il passo dell'esistenza.
Un noir perfetto nello stile asciutto e secco,privo di fronzoli,enigmatico nell'incedere,dotato dell'immancabile "epos" tragico dell'opera di Melville.
Il maestro francese struttura il film su vari piani,secondo logiche comportamentali che ne contraddistinguono le sue figure.Da una parte Maurice,deluso e disilluso dal socio Silien,dall'altro lato Silien,furbo e razionale nel costruire "piani" di protezione.
Ma la ragione e la mente umana,per quanto sofisticate nulla possono contro l'ineluttabilita' del destino.Lo sanno benissimo le donne "Melvilliane",una meta' del cielo sempre ai margini,caricate d'un fascino platinato molto traditore,oppure relegate in spazi "fragili",come la prostituta Fabienne con cui Silien "sogna" di rifarsi una vita.
Tutto è gia scritto nel futuro dei "cowboy" di Melville,personaggi dannatamente urbani,duri e violenti,ma non per questo estremamente romantici,figli d'una celluloide "ancestrale" di banditi dall'animo puro......
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