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Atomica bionda

Regia di David Leitch vedi scheda film

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La recensione su Atomica bionda

di lussemburgo
7 stelle

Al pari di Salt, veicolo divistico action al femminile per Angelina Jolie, Atomica Bionda segna una precisa rivendicazione di uguaglianza da parte di un'attrice di fama mondiale come protagonista di film d'azione. Ma, come sempre, il risultato finale dipende dalla scrittura cinematografica, non tanto dalla preminenza di genere e, in questo caso - ma forse di più in Salt -, l'esito è positivo.

Il trasformismo di Charlize Theron, spesso irriconoscibile da un ruolo all'altro, trova in questa pellicola, dalla trama mirabolante su ponti di spie e vendette private, con agenti doppiogiochisti sul finire estremo della Guerra Fredda, mentre il Muro si sgretola e il senso della contrapposizione viene meno, una perfetta e funzionale espressione. Presente quasi in ogni inquadratura, la diva conserva una recitazione e una presenza altera, esprimendosi al più con le sfumature dello sguardo (e con abbondanza di primi piani), spesso in modalità seduttiva: è una replicante appena uscita dalle atmosfere al neon di Blade Runner che si muove al ritmo ipnotico del pop europeo degli Anni Ottanta.

Costruito su geometrie visive glaciali e su iperboli narrative che si rifanno ai Soliti Sospetti, con costruzione in flash-back e colpi di scena multipli, il film rimanda volutamente ai Bond con un operativo inglese efficace, letale e sofisticato, capace di indossare vestiti e nudità con la medesima nonchalance, sempre affascinante e irresistibile (con entrambi i sessi, però, anche se una battuta di Skyfall lascia planare una velata ambiguità anche su 007). Aggiornando la messinscena ai moderni registri spionistici, dai Bourne ai più recenti Bond con Craig, le scene d'azione sono inquadrate da vicino, con efficacia grafica, con l'aggiunta di un coinvolgimento quasi diretto per lo spettatore che si trova, attraverso lo sguardo della mdp, quasi al centro dell'azione in sequenze di estenuante lunghezza, volutamente proporzionale alla resa fisica delle botte. Benché tumefatta e sanguinante, la spia della Theron rimane perennemente elegante, con mise molto meno volgari della moda dell'epoca e quasi tutte giocate sulle gradazioni tra il nero e il bianco (ad indicare un cromatismo di contrasti che si stemperata e confonde nel grigio), mentre i colori forti abbondano sullo sfondo.

La regia di Leitch rimanda volutamente al suo precedente John Wick, un revenge movie stilizzato e ironico con un Keanu Reeves limitato alla pura efficacia dell'esecuzione di uno scopo senza fardelli psicologici o morali come si addice ad un sicario (sebbene prepensionato). Se l'impianto visivo rimane inalterato così come l'esasperazione dell'azione verso livelli fumettistici (Atomica Bionda è effettivamente derivato da una graphic novel), pur con il filtro cromatico e musicale degli Anni 80, Theron suggerisce qui maggiori varietà tonali al personaggio, in linea anche con il suo ruolo di spia con tutte le ambiguità derivanti, senza pregiudicarne l'efficacia nell'azione o minare la credibilità complessiva dell'impianto produttivo con una donna protagonista di un genere a prevalenza maschile. Anzi, la sceneggiatura si diverte e giocare con i cliché e a ribaltarli in un erotismo diffuso (ma non esplicito se non nella bisessualità spensierata), e a fare del personaggio principale l'unico perno di bellezza e luminosità in uno squallore ambientale esteso e pervasivo.

Ritmato dalle canzoni e dall'ironia soffusa dei rimandi e delle geometrie delle inquadrature, Atomica Bionda si conferma una dimostrazione di capacità produttiva e attoriale per Charlize Theron, con un atteggiamento di spensieratezza registica e cura della superficie alla Ritchie (Operazione U.N.C.L.E.) ma con, in più, la ricerca della massima efficacia immersiva nell'azione (da cui però deriva anche una certa stanchezza nei passaggi solamente dialogati), in un post-modernismo consapevole ma indifferente ad ogni singolarità autoriale.

 

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