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Lia

Regia di Alberto Grifi vedi scheda film

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La recensione su Lia

di mm40
5 stelle

Milano, 1977. Impressioni, interventi, sfoghi al controconvegno sull'antipsichiatria.

 

Piccolo film autoprodotto a cura di uno dei più noti registi sperimentali italiani, Alberto Grifi; l'argomento è l'antipsichiatria, le riprese sono poverissime, effettuate con mezzi molto modesti e del tutto 'veriste': alcuni partecipanti a un incontro pubblico prendono parola ed espongono le loro tesi sulla questione della chiusura dei manicomi, questione molto sentita in quel particolare periodo (la legge Basaglia arriverà nel 1978, l'anno seguente). Lo spirito di documentazione della realtà più concreta, più verosimile spinge Grifi a non tagliare neppure le numerose bestemmie pronunciate da uno degli 'oratori'; il linguaggio è crudo, così come lo sono spesso le idee, ma ciò non significa che il film non contenga spunti interessanti sul piano dialettico, sebbene la sua forza principale rimanga quella di testimonianza di un preciso momento storico e politico. Siamo nel '77, gli ultimi vagiti sessantottini si spandono per lo Stivale e Lia è senza dubbio un fedele ritratto dell'epoca; ciò che manca è una vera e propria regia, qualcuno che metta ordine nella discussione: Grifi invece si limita beffardamente a licenziare il tutto come un lunghissimo pianosequenza. 27 minuti di durata, bianco e nero. 5/10.

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