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La città magica

Regia di William A. Wellman vedi scheda film

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La recensione su La città magica

di mmciak
8 stelle

"La città magica" diretto nel 1947 da
William A. Wellman,devo dire che è
un Film strepitoso.

La storia tratta di Rip Smith è
uno studioso di statistica sull'orlo
del fallimento,con una sua teoria:
"deve esistere una cittadina, quella
che lui chiama la "città magica",
che rispecchi in modo fedele l'opinione
degli abitanti di tutti gli Stati Uniti".

Un giorno per puro caso riesce a scovarla e
va lì per viverla di persona e i primi sondaggi
gli danno ragione,ma si fa passare per un
assicuratore per non dare troppo all'occhio.

Ma quando viene scoperto dalla capo cronista
Mary Peterman,che lui è anche innamorato,
e dove quest'ultima decide di rendere pubblica
la scoperta di Smith.

Il Film diretto con mano sicura da
William A. Wellman,nonostante il budget
risicato,ha una sceneggiatura molto
curata e costruita nel dettaglio in
modo solido scritta da Robert Riskin,
che era lo sceneggiatore del grandissimo
Frank Capra,ed infatti il regista si
ispira al suo stile rendendo veramente
magica passando dalla commedia,
al melò fino al drammatico malinconico.

Oltre allo "scritto" il merito della
della riuscita della pellicola è
dei due protagonisti che sono
un gigantesco James Stewart,
che da solo offusca i comprimari,
ed una bravissima Jane Wyman,
nel ruolo del capo cronista del
giornale ma anche alla grande
prova di tutto il Cast.

Comunque il soggetto è molto attuale
perché è una satira feroce per la mania
dei sondaggi (e oggi soprattutto nel nostro
paese c'è chi ci campa) e su come questi
possono creare danni e far partire certi
ingranaggi incontrollabili.

Infatti è anche una critica verso la
politica arruffona con amministratori
prepotenti che pensano solo ai propri
interessi,e danno promesse che poi non
possono mantenere,oppure se le mangiano
a seconda dalla situazione.

Ma anche il "quarto potere" dei giornali
e della radio che mettono tutto alle stelle
quando vogliono e loro e fanno cadere
come gli pare.

Insomma è questo lo specchio della
società che viene fuori in questo
piccolo grande Film.

Infatti l'articolo della giornalista fa scatenare
una bagarre in città che spettacolarizza
tutto che ricorda il mitico Cult:
"L'asso nella manica" di Billy Wilder
del 1951.

E' straordinaria la scena dove Smith andato
in redazione scongiura a Mary di non pubblicare
la verità dove lui parla e lei batte in macchina ignorandolo
non pensando che sta dicendo la verità.

Ma segnalerei nel Cast tecnico la
splendida e suggestiva fotografia
in bianco e nero piena di chiari scuri
di Joseph F. Biroc e alle scenografie
ben costruite di Lionel Banks.

In conclusione un buon B Movie
che è degno della serie A per
la compattezza della storia che
affronta un argomento attuale come
i sondaggi,e con una ottima regia
calibrata al millimetro e con
un linguaggio narrativo
rigoroso e delineato,e che fa
una satira sui sondaggi,sulla politica
e sui giornali in un modo diretto senza
giri di parole.

Il mio voto: 7,5.

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