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La polizia incrimina, la legge assolve

Regia di Enzo G. Castellari vedi scheda film

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La recensione su La polizia incrimina, la legge assolve

di mm40
4 stelle

Questa è l'epoca d'oro del poliziesco all'italiana (per qualcuno 'poliziottesco'): fra il 1972 e gli anni immediatamente successivi sul grande schermo nostrano uscì una miriade di titoli allarmanti, lessicalmente cronachistici - anche questo sembra il titolo di un reportage giornalistico - e dalle profonde connotazioni aggressive. Si intuisce facilmente da subito cosa ci si possa attendere da una pellicola che parte dall'assunto che, per quanto possa dannarsi a fare il proprio mestiere, la polizia si ritroverà comunque sempre a scontrarsi contro una legge ottusa e corrotta; Castellari inoltre non ha problemi a dirigere un lavoro tutto azione e violenza, in quanto reduce da una manciata di spaghetti western nei quali ha affinato dinamiche e meccanismi relativi a duelli fisici e psicologici buoni vs. cattivi. Il risultato è pertanto confezionato discretamente, con una sana dose di inseguimenti, scazzottate, sparatorie e qualche battuta epocale ("Ne ho le palle piene di questo sistema!" - esclama furibondo il protagonista, che ritiene che la legge limiti il suo raggio d'azione per contrastare il crimine - "Non ne posso più di avere le mani legate!"), ma anche molte decisamente truci. Così come qualche bella scena movimentata fa il paio con alcuni momenti non esattamente riusciti (l'investimento del pupazzo che dovrebbe rappresentare una bambina); da apprezzare in toto invece certe interessanti scelte di montaggio (curato da Vincenzo Tomassi). Anche la scelta riduttiva, nella sceneggiatura firmata da Tito Carpi, Gianfranco Clerici, Leonardo Martin e dal regista, di effettuare la classica, drastica dicotomia fra eroi positivi e malvagi antagonisti (quel 'buoni vs. cattivi' di cui sopra), non è granchè originale nè appagante. Franco Nero è perfettamente a suo agio nel ruolo centrale e ci tornerà per il successivo film di Castellari, Il cittadino si ribella; al suo fianco non mancano i volti convincenti, da Fernando Rey a James Whitmore, da Silvano Tranquilli a Delia Boccardo e Duilio Del Prete; non male anche la colonna sonora dei fratelli De Angelis. 5,5/10.

Sulla trama

Il commissario Belli arresta il Libanese, delinquente coinvolto nel narcotraffico internazionale; la malavita provvede a eliminare l'arrestato prima che parli. Anche un superiore del commissario, sulle tracce di un presunto boss, viene fatto fuori: Belli cerca allora la collaborazione di Cafiero, un boss rivale.

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