Regia di John Sturges vedi scheda film
Interessante questo western, e sicuramente riuscito. La vicenda ha anche connotati razziali, perché ad innescare il dramma vi è lo stupro di una donna indiana: sia la violenza sessuale sfociata in omicidio che la generale tendenza a lasciare il crimine impunito sono favoriti dall'essere la donna appunto un'indiana.
Accanto al tema del razzismo vi sono quelli dell'amicizia tra due uomini, e di questa messa alla prova da altri sentimenti come quello paterno e quello della giustizia. Il personaggio di Anthony Quinn non è di per sé razzista, ma messo davanti all'alternativa sceglie di proteggere il figlio stupratore e omicida a scapito dell'amicizia e soprattutto della giustizia.
Quanto ai personaggi, Sturges rappresenta i due assassini come piuttosto odiosi, perché al posto di pentirsi e chiedere perdono sono saccenti e sprezzanti, giustificando quasi il loro crimine con l'essere la donna una pellerossa. Quindi la giustizia che il protagonista (Kirk Douglas) vuole fare non è vendetta personale (anche se il rancore c'è), ma proprio una doverosa giustizia vera e propria.
A monte del fattaccio, vediamo un padre che stravede per l'unico figlio che ha, lo ha viziato, e questo ha certo favorito nel figlio il sentimento di impunibilità e di onnipotenza.
Dunque la vicenda è bene inquadrata in un contesto storico e umano. Il finale, tuttavia, è più amaro di quello che ci si può aspettare, benché fino all'ultimo non si sappia come andrà a finire. Nell'insieme, il riferimento a "Quel treno per Yuma" di Daves è evidente, pur senza esserne una scopiazzatura; ne è anzi una rielaborazione, con l'introduzione di tematiche che nel film di Daves (più bello secondo me) non ci sono.
In generale, è un film ben diretto, teso, e con un convincente messaggio umano non ideologico. La parte del leone la fa un Kirk Douglas come sempre molto bravo ed efficace specie nelle scene dove fa il duro. Anthony Quinn se la cava bene, e anche la donna della situazione Carolyn Jones.
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