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Paura nel buio

Regia di Umberto Lenzi vedi scheda film

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La recensione su Paura nel buio

di alan smithee
1 stelle

Ovvero un apocrifo e scellerato The Hitcher 2.

Il giovane e rampante Mark gira gli States con un enorme ed equipaggiato camper appartenente al ricco padre, industriale troppo occupato per godersi i mezzi prodotti dalla propria attività.

Peccato che il ragazzo, complessato e devastato dal ricordo di una madre scomparsa prematuramente ed evidentemente troppo amata, non riesca ad allacciare rapporti stabili e normali con le ragazze: ognuna delle donne cheegli abborda, finiscono infatti orrendamente uccide dal ragazzo in un raptus di violenza senza controllo, e quindi fatte astutamente sparire nei modi più definitivi e opportuni per uscirne completamente scagionato.

Il giorno in cui il giovane incontra una ragazza molto somigliante alla madre morta, non solo non riesce ad eliminarla, ma ci si affeziona, nonostante tutto questo significhi per la ragazza essere sottoposta ad un vero e proprio sequestro. Con fidanzato di lei alle calcagna, la fuga del folle protagonista proseguirà fino ad una resa dei conti non preventivata.

Sciagurato scult firmato da un talvolta abile filmaker nostrano attivissimo dagli anni '50 ai primi '90, ovvero quell'Umberto Lenzi (che per l'occasione si firma Humphrey Humbert) che si è distinto in molti generi ed adattamenti italiani di classici americani girati con pochi mezzi ma ambizioni in larga scala, Paura nel buio è un tentativo maldestro, anzi disonesto - approntato intitolando internazionalmente il film come "The return of the hitcher", di inserirsi nel filone e nel successo dello splendidto The Hitcher per tentare di seguirne la scia e la fortuna commerciale.

Il fatto è che sia il tiolo internazionale, sia quello italiano, che non allude né ambisce ad essere un sequel, sono completamente fuorvianti, non intravedendosi nessun legame col bel film di Robert Harmon, né tantomeno alcun legame con la "paura del o nel buio".

In una delle molte scene scult, il protagonista si ferma col suo camper un un drive in ed assiste ad un film comico così tremendo da far desiderare il pubblico di smettere di inquadrarlo, e rendere più appetibile lo scempio narrativo del presente pasticcio.

Attori sconosciuti che recitano come cani, sceneggiatura scassata piena di incongruenze ed interruzioni nel racconto che un montaggio scellerato non riesce per nulla a rendere coerenti.

Davvero il massimo del minimo.

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