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In Jackson Heights

Regia di Frederick Wiseman vedi scheda film

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La recensione su In Jackson Heights

di alan smithee
9 stelle

72° FESTIVAL DI VENEZIA – FUORI CONCORSO

Uno dei più affermati documentaristi al mondo, Frederick Wiseman, ci presenta in questa sua più recente opera, un noto quartiere del Queens di New York Jackson Heights appunto, centro nevralgico cittadino, una vera e propria città nella città che dà ospitalità, asilo e fonte di sostentamento, al più elevato numero di razze ed idiomi umani di una delle più grandi e trafficate città degli Usa e del mondo.

La tecnica unica, per abilità e discrezione nell’annullarsi a favore della genuinità nel catturare immagini, espressioni, gestualità e atteggiamenti delle storie che ci vengono mostrate, sono anche qui esemplari ed il geniale, minuto ed anziano regista si divide tra i mille percorsi che suddividono il quartiere, per cogliere modalità di vita, aspetti del lavoro quotidiano, specifiche abilità e pratiche manuali dei mestieri di strada, le fasi con cui viene sviluppato un rito religioso musulmano.

E poi una festa di quartiere in onore di un noto e generoso anziano ristoratore, omaggiato da un politico del posto e ricordato per la sua lungimiranza ed altruismo nel offrire generosamente i suoi servizi anche al ceto più povero; ma ancora riunioni di categoria che coinvolgono i commercianti, preoccupati dal rincaro degli affitti ad ogni rinnovo di contratto, così come quelle che vedono confrontarsi i piccoli proprietari immobiliari, strozzati sempre più dalla concorrenza sleale delle potenti lobbies delle Real Estates che inducono i piccoli a vendere a basso prezzo, per ristrutturare e rivendere a prezzi raddoppiati.

Ma ancora riunioni in cui la comunità LGBT si unisce in difesa di alcuni trans che hanno sofferto per episodi spiacevoli di intolleranza e odiosa discriminazione, e molto altro.

 

Il regista Frederick Wiseman in Sala Grande, applaudito al 72° Festival di Venezia

 

Wiseman dà allo spettatore l’opportunità di sentirsi parte integrante di una comunità eterogenea che tuttavia ha interesse e desiderio di integrarsi per vivere in armonia, battendosi con determinazione per difendere i diritti sacrosanti della maggior parte di essi contro una piccola percentuale di potenti che speculano alle loro spalle.

Non c’è, nel bel documentario di Wiseman, alcun ottimismo ostentato e fuori luogo, ma la forza e la purezza di restituirci lo spirito di un popolo eterogeneo che ha capito, già da tempo, la necessità di integrarsi mantenendo ognuno ed anzi valorizzando le proprie caratteristiche e peculiarità, senza appiattirsi unicamente in una grigia ed opaca, superficiale accettazione di regole civico organizzative peraltro necessarie ed opportune, ma piuttosto partendo da queste basi generali indispensabili per favorire nel contempo lo sviluppo ed il mantenimento dei propri singoli, eterogenei costumi di vita, nel rispetto dei limiti e degli spazi e della privacy altrui.  

Una bella sorpresa, soprattutto per chi non conosce ancora le potenzialità di questo straordinario cineasta, per un documentario di oltre tre ore in cui il tempo vola e l’esperienza variegata e sovrapposta di vita che ci viene proposta, diventa emotivamente parte di noi spettatori, proiettati in un contesto reale e dinamico di cui ci viene voglia di divenire parte integrante.

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