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Il maestro di violino

Regia di Sérgio Machado vedi scheda film

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La recensione su Il maestro di violino

di Furetto60
7 stelle

Ottimo film di Sergio Machado, storia molto simile a quella di "la melodiè", cambia il contesto

Laerte è un violinista classico, di grande talento, si esercita, studia, potrebbe far fortuna, perché sa suscitare emozioni, ma quando deve affrontare l’audizione, per entrare nella  prestigiosa filarmonica, di San Paulo, si fa prendere dal panico e si blocca rovinosamente. Non riuscendo a riferire ai suoi apprensivi genitori il suo mancato ingaggio, Laerte trovandosi in bolletta, per potersi mantenere, decide di accettare un incarico temporaneo come insegnante di musica presso una scuola pubblica nel barrio di Heliopolis, un agglomerato tra i più grandi di tutto il Brasile, il ghetto più malfamato e violento di San Paolo. La situazione non è facile, gli strumenti sono in cattivo stato, l’ambiente è ostile, i ragazzi hanno problemi personali e familiari e sembrano poco interessati alla musica, ma tuttavia nel marasma generale emerge il talento speciale di due giovani: Samuel, che è inquadrato e disciplinato e VR, una mezza tacca di delinquente, coinvolto in un giro illegale di contraffazione di carte di credito e in debito con un usuraio criminale,poco incline ad atti di generosità. Laerte si trova immerso nella brutale realtà della favela, travolto anche da fatti, su cui poco può incidere, costretto addirittura a un certo punto, a suonare al matrimonio del figlio di un boss,trafficante di droga. Tuttavia con il suo indiscutibile talento,la sua passione viscerale, la sua sensibilità e i suoi metodi di insegnamento decisamente originali, Laerte riesce a conquistarsi la fiducia degli studenti, e riacquista il piacere di insegnare a suonare, non è un uomo determinato, anzi è afflitto da grandi, insicurezze caratteriali, tuttavia il confronto/scontro con il gruppo di ragazzi disadattati che frequentano svogliatamente le sue lezioni di musica, è un’occasione di crescita per lui come lo è per i ragazzi, studiare uno spartito, può essere un momento di distrazione dalla brutale realtà in cui vivono,uno strumento di emancipazione,un'occasione  di alternativa,o la scoperta di un inclinazione artistica,  grazie a Laerte scopriranno quanto la musica possa essere salvifica e abbia una propria intrinseca forza ,che travalica ogni barriera fino a rendere  liberi, anche in un contesto cosi degradato.Gli sviluppi avranno anche dei risvolti molto drammatici, tuttavia il finale è di speranza e ottimismo

La narrazione rimanda alla storia vera della nascita dell’Istituto Baccarelli che, proprio in quella favela, raccolse centinaia di ragazzi indirizzandoli verso lo studio della musica classica, tanto che attualmente la sua orchestra sinfonica riesce a portare al successo giovani di grande talento Per chi come me ha già visto “la melodiè” sembra di vedere una copia riveduta e corretta di quel film, infatti il Maestro di Violino sembra ricalcare quella storia del regista e attore Rochid Hami ambientato nella periferia parigina, in verità è precedente ad esso di ben due anni quindi questo è l’originale e quello il remake. E’ chiaro che il contesto è decisamente diverso, anche se la trama è molto simile , ma c’è da dire che questa pellicola di Sérgio Machado pur essendo più incisiva della versione francese, è meno introspettiva.La favela brasiliana è una realtà molto singolare e drammatica, un habitat sterminato in cui sono emarginati i più poveri e derelitti, un vero e proprio ghetto tenuto forzatamente isolato e quindi incapace di trovare all’interno l’energia e la forza per elevarsi ed emanciparsi e non rimanere una fucina di delinquenti e spacciatori, destinati ad infoltire la manovalanza della malavita. Introdurre la musica “classica” in quell’ambiente non è certamente un’operazione facile, ma è possibile, occorrono però pazienza, perseveranza e fiducia. Dunque è proprio vero che non esistono cattivi studenti, ma solo cattivi insegnanti. Il regista brasiliano, tra una sonata di Bach e un brano strumentale , trova il modo per illustrare con molto realismo gli affannosi problemi umani, sociali e urbani, del suo paese.

 

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