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I favoriti della Luna

Regia di Otar Ioseliani vedi scheda film

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La recensione su I favoriti della Luna

di Zarathustra
8 stelle

Un grandissimo film. C'è un surrealismo fine e ben studiato che ricorda moltissimo Bunuel come anche lo stile, che sa essere leggero, e i temi incentrati sul mondo borghese. Iosseliani ha fatto un film tragico e spietato ma lo ha nascosto grazie alla leggerezza della regia e alla raffinatezza della surreale sceneggiatura scritta dallo stesso regista assieme al grandissimo Gerad Brach, già collaboratore di Ferreri e Polanski. Le scene di surrealtà da ricordare sono tantissime: i bambini che fumano su consenso dei genitori ("hai da accendere?" dice la mamma al figlio), gente che si scanna per prendere un taxi e pure c'è ne sono a miliaia, il cavallo che camminado dentro casa rompe un piatto, signore borghesi che vanno sempre in giro con il loro cane, vecchio borghese che parla educato e va a puttane, il protagonista del film che lavora in una fabbrica d'armi, un poliziotto acquirente di manette che quando sono pronte le prova per dire se vanno bene, clienti arabi che per provare l'efficacia dell'ordigno esplosivo fanno esplodere un loro uomo e quando lo vedono esplodere dicono "lo compro!", vagabondi "filosofi" che discutono sull'"etica professionale" del non chiedere l'elemosina, i poliziotti che indagano maldestri e ridicoli dappertutto e poi alla fine arrestano dei poveri disgraziati innocenti e, poi tanti altri episodi memorabli. Per Iosseliani la società è divisa in due livelli: nel primo livello ci sono gli onesti che sono sempre allegri malgrado tutto e si accontentano di una bottiglia di vino e di cantare una canzone (se ne fregano pure quando vengono arrestati!) e poi il livello dei borghesi che sono i "briganti" della società e nel loro mondo (se prima in quello dei vagabondi regnava l'allegria) regna la violenza e l'ipocrisia e, alla fine, finiranno per eliminarsi fra di loro. Gli unici onesti sono gli "umili" come i simpatici barboni, il cameriere educato con la moglie del bombarolo e non con il bombarolo stesso (forse incosciamente ha capito che quello è un "brigante"), il dongiovanni che consola tutte le tristi mogli borghesi (sempre provviste del cane), i neri adetti all'immondizia che sono gli unici, assieme alla puttana e ai ladruncoli "romantici", che sanno capire "veramente" il valore dei piatti(tema ricorrente del film). Iosseliani sa essere davvero spietato e delinea perfettamente, attraverso l'elegante surrealtà, la sua idea della società. Se in 2001: odissea nello spazio di Kubrick il tema ricorrente era il monolite nero, qua i temi che ricorrono sono il quadro (che rappresenta una donna) che più si va avanti nel film più viene accorciato (togliendoli un pezzo alla volta) e i piatti che più si va avanti più si rompono. In Iosseliani c'è una continuità incredibile e i temi ricorrenti la sottolineano come anche la circolarità del tempo, tutto scorre ma le cose non cambiano poi molto, la storia o, meglio, le persone che la fanno rimangono sempre le stesse, i borghesi sempre borghesi (e non cambiano mai, infatti il meccanico delle bombe prova ad arrabbiarsi quando gli arabi sperimentano su esseri umani e cerca in tutti i modi di farsi di nuovo amare, senza ipocrisie, dalla moglie ma questo è tutto inutile, è un borghese e non può cambiare) e i vagabondi sono sempre dei vagabondi; questo tema in particolare sarà sviluppato nel suo film del 1996 "briganti". Per il regista georgiano conta questo: gli "umili" (intesi come tutti quelli che non sono borghesi o aristocratici, o rifiutano quello schifo di valori come il ragazzo in "addio, terrafema" o il protagonista di "c'era una volta un merlo canterino") sanno divertirsi sempre e comunque perchè a loro basta poco mentre i borghesi, sono sempre incazzati e violenti (basta una sedia che non c'è nel coomisariato per fare infuriare uno di loro) e non sanno provare veri sentimenti e vere emozioni, vivono nella loro ipocrisia e li ci moriranno! Tutto ciò è condito da un sottofondo nostalgico dei tempi che furono, il fantasma del passato che continua ad aggirarsi, leggero, fra noi uomini.

Sulla trama

Viene da chiedersi una cosa: ma cosa c'entra tutto questo con la caccia a cui si riferisce il titolo "i favoriti della luna"? E' solo un'espediente surrealista o è di più? Probabilmente è l'ennesima provocazione del film e un "modo" per catalogare la classe borghese con le sue retoriche discussioni che iniziano così "fin dai primordi dell'umanità la caccia ha rappresentato...".

Sulla colonna sonora

La musica contribuisce al clima di surrealtà, accompagna il film e lo fa diventare magico.

Su Pascal Aubier

Tutti grandi gli attori, sono ben guidati dal maestro georgiano.

Su Alix de Montaigu

Tutti grandi gli attori, sono ben guidati dal maestro georgiano.

Su Peter Cloos

Tutti grandi gli attori, sono ben guidati dal maestro georgiano.

Su Jean-Pierre Beauviala

Tutti grandi gli attori, sono ben guidati dal maestro georgiano.

Su Otar Iosseliani

Un grande! Associa al meglio il surrealismo di Bunuel, la comicità d'osservazione di Tati e la coralità di Altman arrivando ad una presa per il culo, fatta con classe ed intelligenza, al mondo borghese. Si può chiedere di meglio?

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