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Vertigine

Regia di Otto Preminger vedi scheda film

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La recensione su Vertigine

di jonas
9 stelle

La bella Laura Hunt (Gene Tierney) è stata assassinata con un colpo di fucile in volto nel suo appartamento, pochi giorni prima di sposare un bellimbusto su cui cominciava (giustamente) a nutrire qualche dubbio; il fidanzato (Vincent Price), che aveva almeno altre due amanti e racconta balle a ripetizione, sembra fare di tutto per calamitare i sospetti su di lui; un poliziotto tutto d’un pezzo (Dana Andrews) conduce le indagini con estrema solerzia; uno scrittore blasé (Clifton Webb), che aveva contribuito a lanciare la carriera di Laura nel mondo della pubblicità, segue gli sviluppi e li commenta con sarcasmo. La prima parte è un giallo puro, teso e appassionante. Esattamente a metà comincia un’altra storia: Laura rientra viva e vegeta dalla villa di campagna in cui aveva passato il week end da sola, il cadavere sfigurato si rivela essere quello di una mannequin che lavorava per la stessa agenzia. Da quel momento in poi il film torna a essere un giallo, ma cambia il modo in cui lo si guarda: Laura non è più la vittima, ma una potenziale sospetta come gli altri. Siamo sicuri che dica tutta la verità? sta forse coprendo qualcuno? perché incontra di nascosto il fidanzato, nonostante le sia stato ordinato di non parlare a nessuno? Lo scioglimento finale normalizza, come in ogni giallo che si rispetti, ma non cancella tutte le inquietudini: Laura è un’ossessione per chiunque entra in contatto con lei, sia da viva sia da (presunta) morta; e lo spettatore, che era ormai convinto di poterla vedere solo in flashback, non può fare a meno di considerarla una presenza fantasmatica emersa dall’aldilà. Siamo in un’atmosfera sospesa, quasi onirica, che ci porta dalle parti di Lang: nella scena clou, quando Laura si materializza nel salotto di casa sotto il quadro che la raffigura, è impossibile non pensare a La donna del ritratto. Un film magnifico, di una bellezza abbagliante.

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