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The Visit

Regia di M. Night Shyamalan vedi scheda film

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La recensione su The Visit

di munnyedwards
6 stelle

Sono un fan della prima ora di M. Night Shyamalan (per molti l’indiano dal nome impronunciabile), lo sono fin dai tempi de Il Sesto senso e Unbreakable, Signs e The Village, senza azzardare imbarazzanti paragoni (qualcuno preso dall’iniziale enfasi scomodò persino Hitchcock e Spielberg) l’ho sempre considerato un autore di primissimo piano, un regista che fin dal suo primo grande successo presentava uno stile personale e riconoscibile, un impronta visiva che chiaramente andava ben oltre il genere proposto e il marchio “di fabbrica” del colpo di scena finale.

Considero Unbreakable un capolavoro oltre che la sua opera migliore, The Village e Il Sesto Senso grandissimi film, con Signs si scende di un gradino ma resta grande cinema...poi improvvisamente tutto cambia, qualche misteriosa entità si porta via il buon Night e ci restituisce un brutto clone, è identico a lui in tutto e all’inizio nessuno se ne accorge ma poi cominciano a uscire i nuovi film e per quanto uno si sforzi di capire, di trovare una logica, non può fare a meno di arrendersi all’evidenza.

Il clone senza talento di M. Night Shyamalan tira fuori dal suo bislacco cilindro Lady in the Water, E venne il giorno, L’ultimo dominatore dell’aria e After Earth, quasi una costante negativa tendente al basso (e poi ancora più sotto fino a scavare e scavare e scavare) se non fosse che il film con Will Smith per quanto brutto e mal riuscito non tocca le vette di imbarazzo raggiunte da The Last Airbender.

 

locandina

The Visit (2015): locandina

 

Magra consolazione, M. Night Shyamalan da regista di grande appeal diventa per me quasi uno sconosciuto, lo metto in disparte perché del suo clone ne ho le scatole piene e quindi per qualche anno mi tengo a debita distanza dal suo cinema, leggo critiche positive su The Visit, qualcuno parla addirittura di rinascita ma le mie scottature bruciano ancora per cui recupero il film solo anni dopo la sua uscita, lo recupero per essere precisi proprio in questi giorni.

Lo scrivo subito così non ci penso più, The Visit è lontano anni luce dalle migliori opere del regista, proprio non le vede neanche con il binocolo, però è un piccolo passo in avanti che sembra riconsegnarci un ibrido autore/clone degno perlomeno di essere preso in considerazione, degno di rinnovata attenzione.

Il cambio di rotta produttivo, il passare dai grandi budget alla dimensione ridotta targata Blumhouse sembra risvegliare qualcosa nel regista, a ben vedere non si tratta di niente di eclatante, nè tanto meno di originale, come fece prima di lui un altro grande decaduto (Barry Levinson con The Bay) Shyamalan si cimenta con con il sotto-genere del Found Footage cercando di dare nuovo vigore ad una realtà che a me, sinceramente, pare morta e sepolta da anni.

 

M. Night Shyamalan

The Visit (2015): M. Night Shyamalan

 

Per essere onesti va detto che non sono mai stato un fan di questa tecnica espositiva, rimanendo all’horror ricordo di aver moderatamente gradito Cloverfield, il primo Rec e appunto The Bay di Levinson, così come ricordo di aver disprezzato i tanto decantati The Blair Witch Project e Paranormal Activity, dovendo inserire The Visit in questa mini lista dei promossi e dei bocciati lo inserirei fra i primi, rimarcando però che il gradimento è stato appunto moderato.

Il giudizio sul film resta quindi sufficiente ma inquadrato in un contesto critico più ampio, che si focalizza sulle ultime opere di Shyamalan assume una connotazione diversa, non ci sono dubbi infatti che il livello qualitativo si alza parecchio (era possibile fare peggio?) lasciandoci sperare in un futuro ritorno al passato.

La storia dei due fratelli in visita dagli sconosciuti nonni materni si presenta lineare nello svolgimento e perfettamente inserita nel contesto estetico sopra menzionato, niente di nuovo quindi ma anzi un ricalcare stilemi già battuti con successo, Shyamalan percorre una strada sicura e lo fa a 50 km/h, non prende rischi e non azzarda nulla, il suo è un viaggio con pilota automatico inserito, personaggi simpatici (sopratutto il piccoletto rapper), tensione crescente, qualche sequenza che si innalza sopra la media a testimoniare una ‘mano’ non ordinaria, finale prevedibile e con alcuni momenti poco logici, che però fanno parte del gioco quando si parla di horror, l’importante è non esagerare e in questo caso siamo nei limiti consentiti.

 

Ed Oxenbould, Olivia DeJonge, Kathryn Hahn

The Visit (2015): Ed Oxenbould, Olivia DeJonge, Kathryn Hahn

 

Deanna Dunagan

The Visit (2015): Deanna Dunagan

 

La cosa che ho apprezzato di più è stata la gestione dell’elemento umoristico, una scelta forse un pò rischiosa ma nel finale dall’esito positivo, mi ha convinto molto meno invece il ricalcare soluzione nipponiche in alcune scene, volendo si può leggere la cosa come chiare citazioni ma da uno come Shyamalan mi aspetto altro, mi aspetto che anche inserito in un preciso contesto (che ha le sue regole) riesca a proporre con efficacia la sua visione di cinema, cosa che peraltro fa per gran parte del film.

The Visit intrattiene e diverte, presenta almeno un paio di sequenze girate in modo veramente efficace, non segna la rinascita di un regista di talento (per questo a mio avviso bisognerà attendere Split) ma rappresenta l’uscita da un baratro che sembrava senza fine, considerando la piccola dimensione del film e la scelta di inserirsi in una linea espositiva che secondo me ha grossi limiti direi che risultato è accettabile, o almeno lo è per me che ormai davo per irrecuperabile un regista che avevo amato molto.

Voto: 7

 

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