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The Witch

Regia di Robert Eggers vedi scheda film

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La recensione su The Witch

di maghella
8 stelle

locandina

The Witch (2015): locandina

Una famiglia del XVI secolo, nel New England, viene espulsa dalla sua congrega religiosa e deve perciò andare a vivere isolata da tutti ai confini del bosco. I genitori cercano di lavorare al meglio una terra che pare essere sterile e il raccolto di grano che ne ricavano non è certo sufficiente a sfamare i loro 5 figli. Nonostante tutto la loro fede in Dio rimane immutata e fanno il possibile per condurre una vita retta e ligia ai comandamenti. Sarà la sparizione del più piccino dei fratellini -ancora neonato di pochi mesi- mentre giocava con la sorella maggiore ai bordi del bosco, a scatenare il terrore. All'inizio la figlia da la colpa ad un lupo, in realtà è una strega presente del bosco ad aver preso il bambino.

Una storia che si rifà ad altre già raccontate, anche perché pare si sia ispirata a fatti di cronaca del tempo autentici -alcuni dei dialoghi sono stati presi da testimonianze processuali dell'epoca-, è il modo in cui viene raccontato il film che fa la differenza. La splendida fotografia (che mi ricorda molto nello stile quella di “Antichrist” di L.V.Trier) è glaciale e sfumata, quasi a voler immobilizzare le emozioni che altrimenti tenderebbero a essere subito eccessive.

Genitori e figli sono molto legati tra di loro, eppure c'è sempre qualche cosa di morboso e di poco chiaro che rende i rapporti famigliari complicati: piccole bugie, desideri nascosti, gelosie e orgoglio diventano le armi preferite dal Diavolo per poter impossessarsi di ogni componente della famiglia.

Il bosco è il luogo del peccato e della perdizione, il luogo da cui stare lontani e che immancabilmente attrae quando la situazione si fa troppo dura e la vita pare essere al limite del sopportabile. Il diavolo è presente e si manifesta nei modi più classici: attraverso un caprone nero che sussurra filastrocche ossessive ai 2 gemelli più piccoli; come una grossa lepre che attrae il prima il padre senza successo e poi il figlio -riuscendo nel suo intento- nel bosco più profondo e facendolo incontrare con una strega malefica; come un corvo gigantesco che appare negli incubi più neri della madre facendola precipitare nella pazzia.

Piano piano la ragione e la fede che avevano retto in piedi la famiglia, crollano inesorabilmente davanti al terrore e al dubbio che ognuno cova verso l'altro. In questo caso il Diavolo fa le pentole e i coperchi, riesce perfettamente nel suo intento e quando finalmente anche lo spettatore si lascia rapire dal fascino malefico del bosco, si può assistere ad un “autentico” sabba delle streghe.

Il buon risultato del film, a mio parere, è dovuto proprio all'ottima sceneggiatura e ai dialoghi che sono fedeli ad uno stile del periodo storico narrato ben preciso e non si fa influenzare da cadenze e modi moderni. Questo particolare rende la storia ancora più angosciante e ci lascia calare senza indugi nell'atmosfera dell'epoca. La caccia alle streghe del XVI secolo è ben nota e raccontata bene in altri film, ma questo li supera tutti per capacità di narrazione visiva e suggestiva. Molti i particolari fastidiosi che rendono da subito il film inquietante: il rapimento del piccolo neonato è l'incipit giusto per far capire a chi vede il film di cosa si sta trattando: non ci sono sconti, non c'è una storia romantica come struttura portante che possa in qualche modo addolcire la pillola, non ci sono leziosità o compromessi, il bambino viene sacrificato da una strega a Satana, da qui in poi tutto è permesso - se si ha lo stomaco giusto ma soprattutto la “testa” giusta per non rimanerne troppo suggestionati- .

Ottimo esordio alla regia per Robert Eggers (che d'ora in poi terrò d'occhio), che con questo film vince il premio come “miglior regia” al Sundance Film Festival dello scorso anno (2015). Regia oculata e attenta ai tanti particolare (un film che andrebbe visto almeno una seconda volta per cogliere i molti simboli presenti), che però non si fa prendere la mano e rimane sempre sul tema, senza aver paura di shockare troppo o di essere eccessivo. Il film è denominato “drammatico”, e mai tale termine è stato più appropriato per descrivere un film. Ottimo, lo consiglio.

Harvey Scrimshaw

The Witch (2015): Harvey Scrimshaw

 

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