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High Rise - La rivolta

Regia di Ben Wheatley vedi scheda film

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La recensione su High Rise - La rivolta

di munnyedwards
8 stelle

 

L’inizio è anche la fine.

Robert Laing sembra aver trovato il suo posto nel mondo, circondato dal suono dei gabbiani, che come avvoltoi volteggiano intorno al condominio, si gusta tranquillo i resti del bianco pastore alsaziano, una volta fedele compagno dell’architetto, la mutazione è ormai avvenuta, un inevitabile ritorno alle origini dell’uomo, alla sua essenza naturale, primitiva e animalesca.

Si apre cosi il film del sempre piu sorprendente Ben Wheatley, così del resto iniziava anche il romanzo di J.G. Ballard (High Rise 1975) che il produttore Jeremy Thomas tentava di adattare per il grande schermo fin dai tempi della sua pubblicazione, dopo diversi fallimenti riesce nella sua impresa e trasforma uno dei libri piu famosi e importanti di Ballard, un romanzo molto complesso e di notevole spessore, in un film che tutto sommato ne rispetta l’essenza, rimanendo fedele all’opera cartacea e al messaggio pessimistico e spietato che trasuda da ogni pagina.

 

locandina

High Rise - La rivolta (2015): locandina

 

Il panorama spettacolare che si godeva di lassù accentuava l’ambiguità dei suoi sentimenti nei riguardi del condominio. Parte del fascino consisteva - fin troppo chiaramente - nel fatto che quel complesso era costruito non per l’uomo ma per l’assenza dell’uomo.

(J.G. Ballard - High Rise)

 

Una torre che svetta nel cielo, la prima di cinque in costruzione, l’unica gia completata e completamente abitata, una torre che guarda al futuro secondo l’utopica visione dell’architetto Anthony Royal (Jeremy Irons), il quale propone un microcosmo autosufficente e altamente tecnologico dove le persone possono vivere al meglio e con tutte le comodità, la torre è un condominio di 40 piani dove al suo interno è tutto disponibile (centro commerciale, palestra, banca, piscina, scuola), dal primo al quarantesimo piano gli appartamenti presentano una automatica (naturale?) divisione sociale, dai piani piu bassi (proletari) a quelli medi (borghesia) fino ai vertici della torre (classe dirigente, nobiltà), in definitiva un mondo nel mondo, una realtà indipendente e isolata da tutto che riflette un quadro essenziale ma compresso della società moderna.

Il Dott. Laing (Hiddleston) ci arriva tre mesi prima della fine di tutto, ed è attraverso il suo sguardo che lo spettatore osserva l’implosione dell’esperimento umanistico, la lenta ma inesorabile mutazione del sistema perfetto in un qualcosa di grottesco e fuori controllo, il condominio come teatro di una rappresentazione decadente della natura umana, il luogo dove mettere in atto una guerra sociale che parte dal basso e arriva in alto, ma che al di là della lotta di classe mette chiaramente in evidenza gli istinti piu primitivi dell’animale uomo.

 

scena

High Rise - La rivolta (2015): scena

 

Ben Wheatley è certamente uno dei registi piu interessanti dell’attuale panorama cinematografico, mi aveva gia colpito con il sorprendente Kill List e lo ritrovo in questo High Rise pienamente padrone del mezzo cinematografico, lo aiuta sua moglie Amy Jump che scrive una buonissima sceneggiatura, adattando un romanzo non facile rendendo gli elementi essenziali e caratterizzando molto bene tutte le figure in scena.

A cominciare dall’ambiguità di Laing, dalla sua sfuggente personalità, osservatore lucido ma vendicativo, volutamente distante dai viscerali conflitti del condominio ma pronto ad approfittarne, e poi Royal l’architetto zoppo, figura storpiata dalla sua stessa geniale e utopica visione, sognatore fallito di un mondo in disfacimento, e infine Wilder il proletario (bravo Luke Evans), rozzo incitatore di masse, attaccabrighe violento e insoddisfatto.

Ma la torre/condominio mostra un’umanità variegata e multiforme che il plot cerca di fotografare al meglio, perchè al centro di tutto ci sono loro, uomini e donne che costretti a vivere in uno spazio definito (anche se ricco di ogni confort) non trovano di meglio che darsi battaglia, perchè le feste dei piani inferiori sono troppo rumorose (troppi bambini, troppo chiasso) e gli inquilini dei piani alti si appropriano di spazi che non gli competono in nome di una supremazia di classe che non può (e non deve) essere accettata.

 

Sienna Guillory

High Rise - La rivolta (2015): Sienna Guillory

 

Tom Hiddleston

High Rise - La rivolta (2015): Tom Hiddleston

 

E cosi guerra sia, un apocalisse in miniatura che muta gli inquilini in squadroni della morte, agguati, rapimenti, pestaggi, stupri, zone off-limits che si trasformano in tunnell senza uscita dove il nemico (vicino di casa) si nasconde nel buio, il racconto realistico cambia cosi in una lucida rappresentazione di follia dilagante, il tempo si deforma (perde di significato) tra feste, orgie e sangue, l’uomo in un contesto futuristico regredisce all’età della pietra e mette in scena i suoi istinti primari, la torre  diventa cosi un luogo di sopraffazione e violenza, mentre i singoli piani si trasfigurano in trincee da difendere a tutti i costi.

La regia di Wheatley è inizialmente fredda e asettica, in sincronia perfetta con l’abitath moderno ma privo di vitalità del condominio, poi quando esplode la mattanza il regista si lascia andare in una rappresentazione frenetica, un montaggio sincopato che valorizzato dalle funzionali luci di Laurie Rose e dalle musiche del grande Clint Mansell (Requiem for a dream, The Fountain, The Wrestler, Moon) fa deflagrare la visione in quello che a tratti ci appare come un vero e proprio trip allucinogeno.

 

Jeremy Irons

High Rise - La rivolta (2015): Jeremy Irons

 

Luke Evans

High Rise - La rivolta (2015): Luke Evans

 

Sienna Miller

High Rise - La rivolta (2015): Sienna Miller

 

Sicura dentro il guscio del condominio come i passeggeri a bordo di un aereo guidato da un pilota automatico, la gente era libera di comportarsi come voleva, di esplorare tutti gli angoli più bui che era capace di trovare. Sotto molti aspetti, il condominio era un campione di tutto quanto era stato fatto dalla tecnologia per realizzare l’espressione di una psicologia veramente “libera”.

(J.G. Ballard - High Rise)

 

Il romanzo di J.G Ballard è un caposaldo della letteratura di fantascienza, uno scritto lucido e spietato che analizza con pessimistica freddezza un contesto sociale non troppo distante dalla nostra realtà, la trasposizione cinematografica paga qualcosa nella resa di un immaginario molto piu complesso e profondo, ma è uno scotto quasi inevitabile considerando lo spessore del testo originale, a parte questo limite (congenito e insuperabile) High Rise è un film che rispetta l’idea primaria e che propone una visione inquietante e ambigua del nostro futuro, o per meglio dire della nostro contemporaneo.

Wheatley a mio avviso si conferma uno dei registi piu interessanti e coraggiosi in circolazione, un autore da tenere d’occhio perché in pochi sarebbero stati in grado di rendere per immagini (con efficacia) un romanzo come quello di Ballard, lui ci riesce proponendo un film forse non perfetto ma di grande impatto visivo, ben sorretto da un plot rigoroso e dalla prova di un cast decisamente in forma.

Hiddleston è una miscela esplosiva di fragilità, ambiguità e follia, Irons perfetto nel ruolo del viscido architetto, rappresentate supremo di una razza superiore, Evans ha la giusta fisicità per interpretare l’istigatore Wilder, voce di un popolo rinchiuso in celle confortevoli ma voglioso di conquiste e libertà, completano il cast Sienna Miller, Elizabeth Moss (Mad Man) e James Purefoy.

Da vedere.

Voto: 8

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