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I tre giorni del Condor

Regia di Sydney Pollack vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su I tre giorni del Condor

di axe
7 stelle

Joseph Turner, nome in codice "condor", è l'unico, casuale, superstite di un gruppo di lavoro della CIA, il quale si occupava di monitoraggio della stampa mondiale. Il resto della squadra è stato trucidato a colpi di arma da fuoco; all'agente spetta il doppio compito di sfuggire ai sicari, che vogliono portare a termine il compito per il quale sono stati ingaggiati, ed indagare sulle cause dell'eccidio, da ricercarsi in giochi di potere legati alla politica statunitense in medio-oriente. In questa storia di spionaggio, tutto ruota intorno al protagonista, il "condor". Joseph è convinto di svolgere un servizio alla propria nazione, seppur in un ruolo non di primo piano; pertanto gli risulta difficile comprendere che gli autori dello spargimento di sangue siano da ricercarsi all'interno della sua stessa organizzazione. Eppure, essendo oggetto di ulteriori tentativi di assassinio, ben presto comprende che non vi è altra spiegazione. Pertanto, il protagonista non può più fidarsi di nessuno, se non di Kathy, una donna che collabora con lui inizialmente sotto minaccia; successivamente, con volontarietà, avendone compreso la limpidezza e le difficoltà, fino ad infatuarsene. Tutto intorno, si stringe una rete manovrata da personaggi i cui ruoli rimangono incerti fino a conclusione del racconto. Tra essi spicca Joubert, un freddo sicario che agisce non per influenza ideologica o rancori personali, ma, esclusivamente, per proprio tornaconto economico. Per questo motivo, da pericoloso nemico, si trasforma in alleato del protagonista. Joseph, a conclusione del racconto, è consapevole che non sarà mai più libero; ma, appresi i motivi dell'eccidio, tenta di renderli pubblici comunicandoli alla stampa. Non sappiamo, tuttavia, se il giornale le divulgherà. Trame oscure poco comprensibili si sviluppano di nascosto alla cittadinanza; di fronte a ciò prova inquietitudine uno spettatore moderno; tanto più deve averla patita lo spettatore statunitense del 1975, anno di uscita del film. In quel periodo, anni successivi allo scandalo Watergate e all'emersione del coinvolgimento in vicende poco nitide di schedature di massa e ingerenze nella vita politica di altre nazioni, il film deve aver avuto forte valenza di denuncia. Ottima l'interpretazione di Robert Redford. Dopo aver trascorso un lungo periodo operando dietro le quinte, il "condor" si trova in prima linea. Al dolore ed allo smarrimento iniziali seguono la determinazione ed una caparbia ricerca della verità. Non sappiamo, però, quanto essa possa garantirgli la sopravvivenza. La solitudine e la vulnerabilità del singolo contrapposto al potere hanno un corrispettivo nel coevo film "Killer Elite" di Sam Peckinpah; la dialettica di Sidney Pollack è, tuttavia diversa. Il suo personaggio non è animato da spirito di vendetta, ma di desiderio di verità. Nonostante una certa tensione ed una notevole curiosità, il film non mi ha entusiasmato. Il ritmo mi è parso blando e l'evoluzione della trama, scontata. Ho maggiormente apprezzato l'interpretazione di Robert Redford ed il coraggio con cui è stata affrontata la tematica, sempre attuale, della contrapposizione tra verità e (presunta) ragion di Stato.

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