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Adaline - L'eterna giovinezza

Regia di Lee Toland Krieger vedi scheda film

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La recensione su Adaline - L'eterna giovinezza

di mc 5
7 stelle

Non me lo so spiegare in altro modo se non come un tipico Guilty Pleasure. Termine che i cinefili conoscono molto bene e dal preciso significato, cioè quando uno apprezza un film ma se ne vergogna anche un pò, perchè è una realtà inconfessabile in quanto film che lui dovrebbe teoricamente detestare. In questi giorni (questo pensavo) ci sono sugli schermi (entrambi riscuotendo buon successo di pubblico) due film che attirano soprattutto le Signore, specie quelle non giovanissime. Uno è questo "Adaline" e l'altro è "Ritorno a Marygold", due pellicole che pur richiamando per lo più lo stesso genere di pubblico sono in realtà molto diverse e io sbagliavo -infatti- quando, nelle scorse settimane, insistevo a collocarle nello stesso calderone. Se è vero che "Marygold" è un film effettivamente per signore in età (lo è per forza visto che ha tutti interpreti sui 70/80 anni), in realtà "Adaline" è una specie di fiaba fantasy che non si rivolge ad un pubblico identificabile in qualche categoria. Proprio perchè, pur avendo quest'approccio per certi versi "elegante-haute couture" è in buona sostanza una piacevole favola moderna ma che si fa forte di una affascinante architettura vintage. Si tratta di una vicenda assolutamente inverosimile ma proprio per questo dotata di un fascino da fiaba romantica (molto romantica). Premetto una cosa. A molti non piacciono per principio le voci fuori campo (le cossidette voci narranti) e invece a me non dispiacciono affatto, se sono incisive e piacevoli. Se ricordate infatti, la voce narrante di "Amèlie" ne era uno degli aspetti fondamentali e credo proprio che anche la voce off che ci accompagna per tutta la durata di "Adaline" sia la medesima (intendo come voce doppiata in italiano) della celebre pellicola francese. E io l'ho apprezzata tantissimo, questa voce che racconta come fossero vere (anche nei dettagli più minuti e scientifici) tutte robe assolutamente inventate (ma è questo il bello di molte fiabe, infatti). Dico subito (così ci togliamo il dente) cosa non ho gradito di questo film. Forse (ma forse) l'aver pigiato un pò troppo sul pedale di un'umanità (quella di Adeline stessa) eccessivamente mèlo, l'averne fatta una sorta di santa/martire sofferente ma d'altra parte ci può stare se accettiamo il contesto di una vicenda così dolorosa (sempre tenendo conto che di fiaba si tratta). Poi anche una tendenza eccessiva a dipingere personaggi e situazioni come fossero estrapolati da uno spot di un profumo o di una casa di Moda (ma anche qui credo sia una cosa voluta, una scelta di stile, giustificabile con un contesto fiabesco.fantasy romantico). Ciò detto, non ci resta che abbandonarci, per chi lo vorrà fare, a questo clima da sogno, da viaggio letterario, da destino fatale, insomma da "romanzone romanzato". Una cosa va detta: il film vive della sua protagonista, che se fosse un'altra credo crollerebbe tutto il "palcoscenico". Mi riferisco ad una meraviglios Blake Lively. La cosa curiosa è che fino a prima di entrare in sala ne ignoravo del tutto l'esistenza (ho risposto a tutti quelli -decine!- che mi hanno citato "Gossip Girl" che io manco so cosa diavolo sia e qui lo ribadisco). Quindi per me è stata una scoperta, questa bellissima donna. Attenzione, io non ho certo detto che sia una grande attrice, mi limito ad affermare che sembra nata per questo ruolo, che lei interpreta in modo sublime. E visto che si parla d'attori, non posso esimermi dal segnalare due veterani come un dignitoso Harrison Ford in un ruolo non facile ma soprattutto una favolosa Ellen Burstyn (nel film è la figlia invecchiata di Adeline) che rappresentò -ai tempi- un emblema splendido del cinema americano degli anni 70. La storia ci racconta di una ragazza che -in seguito ad un incidente stradale- subisce una specie di mutazione per cui il suo corpo sarà destinato a non invecchiare mai, mentre assisterà (destino tremendo e angoscioso) al progressivo invecchiare delle persone che la circondano. Su questa idea poggia tutto il film, e su questo assunto la sceneggiatura tesse legami d'amore ed intime sofferenze, compreso (soprattutto) il rapporto tra Adaline e l'amatissima figlia. Insomma, il film è lacrimevole anzichenò, e per questo dovrei teoricamente essere imbarazzato ad ammettere che mi è piaciuto. MA ANCHE NO, nel senso che non me ne vergogno affatto. Mi vergognerei se mi piacesse Vin Diesel, ma stavolta no, ecchecavolo! Comunque non è che sono impazzito, è chiaro che è un filmetto, però dignitoso, romantico e "zuccherosetto" senza però essere ricattatorio. E poi la Blake (credevo fosse un nome da uomo, vedi il regista Blake Edwards) è brava e bella sul serio. Concludo con una parodìa di spoiler, vera ma che non rivela niente di preciso: alla fine c'è un colpo di scena che ha per protagonista un pelo, anzi per l'esattezza un capello.

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